Domnica: “Non sono l’amante di Schettino. Per lui traduco solo in russo”

Pubblicato il 20 Gennaio 2012 - 09:04 OLTRE 6 MESI FA

Domnica Cemortan

GROSSETO – “Non sono l’amante del comandante Francesco Schettino. E sapete perché? Lui mostra sempre a tutti la foto della figlia quando era piccola. Un uomo che vuole un’amante non si comporta così”. Domnica Cemortan, la misteriosa moldava a bordo della costa Concordia, intervistata sia dal Corriere della Sera che dal Secolo XIX, racconta e si difende dopo il putiferio di illazioni e ammiccamenti per la sua presenza a bordo.

Domnica, che ha cominciato a studiare danza classica a Chisinau, ma ha trascorso quasi la metà dei suoi 24 anni a Bucarest, ha il doppio passaporto, perché la cittadinanza romena consente libera circolazione in Europa. Le origini moldave emergono quando parla dei russi: “È colpa loro. Sono stati i russi a fare le foto, a raccontare cose false, a dire che gli ufficiali bevevano con le hostess ed erano ubriachi. Ma quando? Sulle navi di Costa Crociere ci sono videocamere in ogni angolo. Se beccano qualcuno dell’equipaggio che beve in servizio lo licenziano subito”.

“Ci sono almeno dieci testimoni che possono confermare quel che le sto per dire. È vero, al momento dell’urto contro lo scoglio c’erano alcuni ufficiali al nostro tavolo nel ristorante sul ponte 3. È quello il posto dove mangiano. Ma è falso che il comandante fosse con noi. Era passato prima e si era fermato poco, ma non ricordo con precisione l’ora esatta. Almeno mezz’ora prima, credo. Quando si sono spente le luci, con i passeggeri che urlavano, è stato un ufficiale a dirmi di seguirlo in plancia. Aveva bisogno di dare istruzioni ai passeggeri, c’erano tanti russi a bordo e il russo è la mia seconda lingua. Certo che ero vicina a Schettino: traducevo quel che lui mi diceva di dire”.

Domnica quindi continua il racconto: “Ripetevo in russo quel che lui o il suo vice mi dicevano in italiano. Tornate nelle cabine, è solo un guasto all’impianto elettrico. L’ultima frase l’ho ripetuta una decina di volte. Sì, le comunicazioni ai passeggeri erano di questo genere. Mi dispiace, io non potevo sapere quel che stava succedendo”.

E su Schettino? “Per me il comandante è un eroe perché nei miei confronti si è comportato da eroe – prosegue – Io credo che abbia fatto tutto il possibile. Sono sicura che a mezzanotte fosse ancora sul ponte, perché è a quell’ora che ci ha detto di andarcene, di abbandonare la nave. Io e un’altra mia collega abbiamo detto che volevamo restare. Lui ci ha detto di correre via. Siamo salite in coperta e l’ho rivisto solo molto tempo dopo, sull’isola. E poi, mi dica lei cos’è un eroe. Era un eroe quel signore italiano che insultava il marinaio dicendo che doveva partire, anche se la scialuppa era ancora quasi tutta vuota? Dare giudizi è sempre facile”.

Ad irritare Domnica però sono le voci che girano sul perchè lei fosse a bordo: “Io ho appena finito un periodo di sei mesi come international hostess, e volevo farmi una crociera da turista con i miei amici che lavorano a bordo. Ma non vi dico i loro nomi. Il biglietto l’ho comprato in Italia, a mie spese. Ho ancora in tasca il pass della cabina. Adesso basta. Ho bisogno di tranquillità, magari parlerò ancora tra qualche giorno”.