Napoli. Droga a domicilio, invece dei soldi ricevute di Bingo o Sisal

Pubblicato il 4 Maggio 2010 - 13:42 OLTRE 6 MESI FA

Pusher di cocaina e hashish a domicilio e per farsi pagare si facevano consegnare ricevute vincenti del Bingo o della Sisal. Così gli acquirenti degli stupefacenti, pressati dall’organizzazione di spacciatori, potevano far fronte ai debiti contratti. E’ quanto emerge dall’operazione coordinata dalla Dda della Procura della Repubblica di Napoli e che ha portato all’emissione da parte del gip del Tribunale di 20 misure cautelari.

I provvedimenti, 13 in carcere, 6 ai domiciliari mentre una persona è sfuggita all’esecuzione, sono stati eseguiti dai carabinieri della compagnia di Casoria (Napoli). Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, hanno rivelato l’esistenza di due diverse organizzazioni, entrambe dedite allo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare hashish e cocaina, principalmente operanti nel territorio dei comuni di Napoli ed Arpino di Casoria.

Le indagini, in corso tra la fine del 2007 e i primi mesi del 2008, hanno consentito di accertare come le organizzazioni gestissero almeno due distinte piazze di spaccio: l’una presso la sala Bingo di via Stadera a Napoli, i cui gestori sono estranei alle indagini, e l’altra ad Arpino, organizzate con veri e propri turni di vendita e di servizi di vedette. Le organizzazioni disponevano di una fitta rete di appoggi, in particolare di incensurati, come evidenzia il procuratore aggiunto della Repubblica di Napoli, Rosario Cantelmo, nelle cui abitazioni lo stupefacente era nascosto e custodito. Si avvalevano anche di numerosi corrieri che procedevano alla consegna a domicilio dello stupefacente ai vari acquirenti coprendo una vastissima area della provincia di Napoli.

Nel corso delle indagini sono emersi anche collegamenti tra alcuni degli indagati ed esponenti di rilievo della locale criminalità organizzata, e in particolare con persone vicine a Paolo Di Mauro, noto come ‘Paoluccio l’infermiere’, successivamente arrestato, inserito, all’epoca dei fatti, nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi. Inoltre è stata individuata una cellula di persone, a loro volta destinatarie del provvedimento di arresto, specializzata nella realizzazione di furti con la tecnica del buco nei confronti di esercizi commerciali della provincia di Napoli e di ricettatori, per i quali si è proceduto a piede libero, dei beni rubati.