Fase 2 Roma, commercianti in sciopero il 18 maggio: “Io non riapro”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Maggio 2020 - 19:47 OLTRE 6 MESI FA
Fase 2 commercianti, sciopero a Roma il 18 maggio: Io non riapro

Fase 2 commercianti, sciopero a Roma il 18 maggio: “Io non riapro” (Foto archivio ANSA)

ROMA – I commercianti di Roma annunciano lo sciopero contro il governo il 18 maggio al grido di “Io non riapro” nei giorni della fase 2 dell’emergenza coronavirus.

Giulio Anticoli, commerciante di via Somalia e presidente di Roma Produttiva, spiega che “nessuno di noi vuole riaprire per suicidarsi con le norme imposte dal governo”.

Il 18 maggio a Roma e anche a Napoli, i negozianti terranno la serranda abbassata per protestare.

Solo un cartello esposto: “Art.1 della Costituzione, la Repubblica è fondata sul lavoro, questo esercizio è in sciopero. Lo Stato ci fa fallire”.

Si tratta di un solo giorno di protesta, spiega Anticoli all’AGI, contro il governo che ha deciso le riaperture senza garanzie.

“Decidiamo noi se ci sono le condizioni per ripartire: le chiavi della macchina le abbiamo noi, non è detto che si rimetta in moto”, dice Anticoli.

Fase 2 commercianti, le richieste al governo per ripartire

Il problema sono i contributi diretti a fondo perduto e il ristoro di tre mesi di affitto per chi ha subito un calo del fatturato.

Misure al vaglio del governo nel decreto di aprile-maggio, ma su cui non ci sono ancora certezze per i commercianti.

Anticoli spiega che molti dei commercianti non hanno i soldi per riaprire e hanno bisogno di garanzie.

Nella lista delle richieste al governo, al Comune e alle associazioni di categoria chiedono contributi economici con almeno il 40 per cento a fondo perduto.

Inoltre, un anno fiscale in bianco, l’abolizione dei costi sulle utenze e l’eliminazione della Ztl dai centri storici “per permettere l’arrivo dei clienti romani visto che quest’anno non si potrà contare sugli stranieri”.

E poi mancano ancora alcune misure da stabilire, come quelle sugli abiti.

Il commerciante spiega che non è ancora chiaro se i vestiti andranno o meno igienizzati.

“Ho già comprato a mie spese una lampada per farlo, il 18 maggio è dietro l’angolo e ancora non abbiamo neanche indicazioni precise sulla modalità di sanificazione dei locali”, dice.

Se la situazione non è rosea per i commercianti, non lo è di riflesso neanche per i loro dipendenti: “Io ne ho tre in cassa integrazione ma nessuno di loro ha ricevuto ancora il sussidio”.

Per questo motivo, li farà rientrare e anticiperà gli affitti delle abitazioni.

Su un punto Anticoli ci tiene a fare luce: “Non è vero come vuole la vox populi che i commercianti “hanno fatto il nero e hanno soldi da parte”.

Il commerciante continua: “Da anni è tutto tracciato, il 95 per cento delle mie transazioni avviene attraverso la carta di credito”.

Poi conclude: “E’ chiaro che finora il governo ha cercato di mettere in sicurezza l’Italia tutelando i lavoratori dipendenti, a scapito degli imprenditori”. (Fonte: AGI)