Fincantieri: operai di Ancona in sciopero bloccano il porto

Pubblicato il 26 Ottobre 2010 - 15:37 OLTRE 6 MESI FA

Quattro ore di sciopero, un corteo di oltre 1.000 persone (500 secondo la polizia) che ha poi attuato due presidi ai varchi del porto bloccando il traffico: decine e decine di Tir e auto in uscita fermi alla dogana, ma nessun gesto di intemperanza. Cosi’ i 600 lavoratori della Fincantieri di Ancona hanno fatto sentire oggi la loro voce per scongiurare l’avvio della Cigs per 550 di loro dal 15 novembre, in pratica tutte le maestranze dello storico cantiere cittadino.

Alla manifestazione unitaria, indetta dalla Rsu e dai sindacati di categoria, hanno preso parte anche gli operai di altre aziende navali e metalmeccaniche della provincia, dalla A. Merloni di Fabriano al Crn, alla Bunge, parlamentari (la sen. Marina Magistrelli del Pd e l’on. David Favia dell’Idv), rappresentanti di Pd, Sel e Federazione della Sinistra, delle istituzioni – tra gli altri il sindaco Fiorello Gramillano, la presidente della Provincia Patrizia Casagrande e l’assessore regionale al Lavoro Marco Luchetti – e militanti dei centri sociali. Occhi di tutti puntati, e speranze riposte, nell’incontro di giovedì al ministero dello Sviluppo economico.

”Si riapre il tavolo per verificare la politica industriale del Governo rispetto alla cantieristica – ha detto Luchetti -. La mancanza fino a oggi di un ministro ha creato una paralisi. Nel frattempo la Fincantieri deve sbloccare qualcosa per Ancona. La disperazione – ha ammonito – rischia di portare a cattive azioni. Bisognerebbe rendersi conto della tensione sociale”. All’azienda viene chiesta, tra l’altro, una distribuzione più equa tra tutti i cantieri del lavoro complessivamente acquisito dal gruppo.

Nel cantiere dorico, ha ricordato il segretario della Fiom Giuseppe Ciarrocchi, ”non c’è nulla in costruzione, ad eccezione di alcune sezioni di navi. Finite quelle, a gennaio non c’è più niente”. La manifestazione si è svolta senza incidenti: solo qualche momento di tensione quando si è formato un capannello con operai e rappresentanti delle istituzioni (”Come si campa con 730 euro al mese – ha gridato un lavoratore – se pago 400 euro di mutuo e la rata dell’auto? E quando si hanno figli bisogna farli mangiare”).

Per il resto, gli automobilisti bloccati (per lo più camionisti greci), salvo qualche imprecazione hanno atteso pazienti che i varchi venissero riaperti. Cosa che è avvenuta intorno alle 13:30, fra un ultimo fumogeno acceso e lanci di petardi. Entro il 15 novembre, assemblea al Teatro delle Muse con dipendenti, sindacati e istituzioni.