Fiumicino, allarme legionella impianto Cargo City: “Acqua contaminata, non bere”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Luglio 2014 - 10:39 OLTRE 6 MESI FA
Fiumicino, allarme legionella impianto Cargo City: "Acqua contaminata, non bere"

Fiumicino, allarme legionella impianto Cargo City: “Acqua contaminata, non bere”

ROMA – L’acqua dell’impianto idrico Cargo City è contaminata dal batterio della legionella. “Evitate si usare e di bere l’acqua”, dicono l’Arpa Lazio e l’Asl Roma D che indagano sulla contaminazione. Intanto per gli 80mila dipendenti dell’impianto è scattato l’allarme.

In una nota del 17 luglio l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli avvisa il personale e la società “Aeroporti di Roma”:

“Evitare l’uso dell’acqua per le abluzioni ed evitare gli asciugatori a getto d’aria. In caso di lavaggio, usare il sapone e asciugare subito con salviette di carta. E non bere l’acqua”.

Giulio Mancini sul Messaggero spiega:

“Il pericolo micidiale si chiama legionella pneumophila, un germe patogeno letale e resistente che si trasmette per contatto e più raramente per via aerea. L’allarme è ben specificato nel documento ad uso interno diffuso nell’area Cargo City dello scalo, distesa lungo l’autostrada Roma-Fiumicino. Nella lettera la Direzione dell’ufficio doganale si lamenta che «ad oggi non è ancora pervenuta alcuna comunicazione ufficiale circa l’esito degli accertamenti ancora in corso da parte dei competenti organi di controllo», vale a dire Arpa Lazio e Asl. «Tuttavia, a seguito di colloqui telefonici con tecnici dell’Arpa Lazio – prosegue il documento – risulterebbe presente una contaminazione da legionella nell’impianto idrico presso l’edificio comune di Cargo City»”.

Tutti i dipendenti sono quindi invitati a limitare i contatti con l’acqua:

“La legionella è un gruppo di batteri che prospera in ambienti umidi e soggetti a stagnazione dell’acqua. Quella più pericolosa è la legionella pneumofila, in molti casi letale, che si trasmette per via aerosol, cioè inalando o comunque ingerendo piccole gocce d’acqua. Il suo nome deve il nome all’epidemia acuta che nell’estate del 1976 colpì un gruppo di veterani della American Legion riuniti in un albergo di Filadelfia, causando ben 34 morti su 221 contagiati (oltre 4.000 erano i veterani presenti): solo in seguito si scoprì che la malattia era stata causata da un “nuovo” batterio, denominato legionella, che fu isolato nell’impianto di condizionamento dell’hotel dove i veterani avevano soggiornato”.