I funzionari di polizia: "I nostri uffici non sono carceri"

Pubblicato il 16 Dicembre 2011 - 15:29 OLTRE 6 MESI FA

ROMA, 16 DIC – ''Non si puo' pensare di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri parcheggiando negli uffici di Polizia gli arrestati in attesa di esser giudicati per direttissima, per tre motivi: il primo e' dovuto alla carenza organica in continuo aumento, il secondo all'inidoneita' delle camere di sicurezza esistenti presso le Questure, il terzo alla sottrazione di ulteriori agenti dal controllo del territorio al contrasto della microcriminalita'''.

E' quanto sottolinea in una nota il segretario nazionale dell'Associazione funzionari di polizia, Enrico Marco Letizia, aggiungendo che ''il fallimento della sperimentazione del braccialetto elettronico sta nell'aver previsto per legge che esso puo' essere adottato solo su base volontaria del detenuto, il quale, per ovvi motivi, vuole andare agli arresti domiciliari senza nessuna forma di controllo''.

''La questione carceri – dice ancora Letizia – e' un problema antico come la cronica incapacita' a farvi fronte della politica, la quale ha sempre rimandato l'adozione di un progetto capace di mettere in sinergia la tecnologia con una edilizia carceraria sostenibile come la ristrutturazione delle caserme dismesse''.