Killer di anziane: giudizio di revisione per 3 imputati a Potenza

Pubblicato il 22 Dicembre 2011 - 16:14 OLTRE 6 MESI FA

BARI – Sara’ la Corte d’appello di Potenza, dopo le pronunce della Cassazione, ad occuparsi di tre richieste di revisione del processo avanzate dalla difesa di altrettanti imputati condannati con sentenza definitiva per l’omicidio di anziane donne pugliesi.

Di questi tre delitti si e’ poi accusato il serial killer Ben Mohamed Ezzedine Sebai, tunisino di 48 anni, che ha ammesso di aver ucciso 14 anziane in Puglia tra il 1995 e il 1997. Delle decisioni della Cassazione ne da’ notizia il legale dei tre condannati, avv.Claudio Defilippi.

Le richieste di revisione riguardano le posizioni dei detenuti Vincenzo Faiuolo (condannato a 25 anni, 15 dei quali gia’ scontati), di Giuseppe Tinelli, condannato all’ergastolo; e di Davide Nardelli, libero dopo aver scontato sette anni in carcere.

Di Tinelli e Nardelli dovra’ occuparsi la sezione per i minorenni della Corte d’appello potentina perche’ erano entrambi minori quando uccisero Celeste Commesatti a Palagiano (Taranto) il 13 agosto 1995. Tinelli e’ stato riconosciuto colpevole anche del delitto di Maria Valente (Palagiano, 29 luglio 1997).

Faiuolo e’ invece detenuto per l’omicidio di Pasqua Ludovico, compiuto a Castellaneta (Taranto) il 14 maggio 1997. Gli imputati ”ingiustamente” coinvolti nei delitti ma tornati frattanto in liberta’, sono Francesco Orlandi (fratellastro di Faiuolo, condannato a 11 anni) e Cosimo Montemurro.

Vincenzo Donvito si e’ invece suicidato in carcere dopo essere stato condannato, in concorso con Nardelli e Tinelli, per l’omicidio di Celeste Commesatti.

”Dopo le decisioni della Cassazione – dice Defilippi – si faccia la revisione dei processi, si fermi il ping-pong giudiziario che va avanti ormai da cinque anni e si sospenda la pena nei confronti dei due detenuti. Da cinque anni chiedo un provvedimento umanitario che oggi reclamo con ancora piu’ forza dopo le decisioni univoche della Suprema Corte”.

”Dalle nostre indagini – conclude – emerge che a carico di Sebai c’e’ una montagna di prove in ordine agli omicidi per i quali sono stati condannati ingiustamente i miei assistiti, ed emerge anche che il tunisino, che e’ il secondo serial killer italiano dopo Donato Bilancia, ha agito da solo”.