Lago di Como. Siciliano resta in carcere, accusato di omicidio intenzionale

Pubblicato il 6 Aprile 2010 - 11:56 OLTRE 6 MESI FA

Recupero del corpo di Beatrice Sulmoni

Omicidio intenzionale. Movente passionale. Resta in carcere a Lugano Marco Siciliano, il fisioterapista di 32 anni accusato dell’omicidio della moglie Beatrice Sulmoni, scomparsa da casa nella zona di Mendrisio una decina di giorni fa e trovata venerdì nelle acque del lago di Como. L’accusa è stata formulata dal giudice di Lugano.

Siciliano è stato interrogato lunedì pomeriggio, 5 aprile, dal pubblico ministero Rosa Item e ha fatto delle ammissioni frammentarie, confermando quanto detto subito dopo l’arresto. Nell’auto sequestrata a Siciliano gli investigatori svizzeri hanno trovato tracce di sangue che ora saranno sottoposte alle analisi di laboratorio per capire se appartengono alla vittima.

Il movente del delitto è quasi certamente passionale: Beatrice Sulmoni sarebbe stata uccisa perché voleva separarsi e continuava a ripeterlo al marito. Il rapporto di coppia era ormai da tempo compromesso nonostante i due abbiano un figlio minorenne.  Ora le indagini dovranno chiarire come il cadavere sia arrivato nel lago.

Recupero del corpo di Beatrice Sulmoni

Gli inquirenti tendono a escludere che possa essere stato gettato da Ponte San Pietro, paesino che confina con Obino dove la coppia viveva, nel fiume Breggia, mentre sembrano propendere per l’ipotesi che sia stato portato con un veicolo e poi gettato nel lago. Il delitto potrebbe essere avvenuto il 25 marzo, il giorno dopo l’uomo ha denunciato la scomparsa della moglie. Potrebbe esserci stata una furiosa lite in cui Beatrice è stata selvaggiamente picchiata. Il marito le avrebbe fracassato il cranio con un oggetto pesante, per poi sgozzarla.

Dopo aver cancellato le tracce in casa del delitto e aver caricato il cadavere in auto avrebbe atteso la notte per poi farlo sparire. Il giorno dopo la denuncia e i tentativi di depistare le indagini con alcuni sms inviati con il telefonino di lei ai familiari: «non cercatemi più», «non avvisate la polizia», «lasciatemi tranquilla» e altri di questo tenore inviati nei giorni successivi.

Ma proprio questi sms hanno tradito Siciliano, che al momento del fermo aveva con sé il telefonino della moglie con i messaggi ancora in memoria. Non si esclusa, al momento, l’ipotesi della premeditazione. Intanto si attende l’arrivo a Lugano del cadavere per l’autopsia.