L’Aquila, il papà del bimbo morto all’asilo alla mamma dell’auto: “Nessun rancore”. Lei: “Pensero sempre a loro”

La donna indagata per omicidio stradale per la tragedia de L'Aquila non è ancora stata interrogata. Ci sono molte cose che non tornano. Il padre della vittima trova la forza di perdonare: "Non portiamo rancore".

di FIlippo Limoncelli
Pubblicato il 20 Maggio 2022 - 10:27 OLTRE 6 MESI FA
l'aquila asilo

L’Aquila, il papà del bimbo morto all’asilo alla mamma dell’auto: “Nessun rancore”. Lei: “Pensero sempre a loro” (foto ANSA)

Il papà del piccolo Tommaso, il bimbo di 4 anni morto schiacciato dall’auto piombiata nel giardino dell’asilo a L’Aquila, non vuole nessuna vendetta. Per lui quanto accaduto è stata una disgrazia, una fatalità: “La madre dei gemellini non c’entra nulla, non coviamo un senso di vendetta nei confronti di quella donna. Sarà disperata quanto noi, anche la sua vita in fondo è stata rovinata”. L’auto della donna ha ferito anche altri cinque bambini che si trovano tutt’ora ricoverati in ospedale, tre dei quali sono stati trasferiti a Roma.

Bimbo morto a L’Aquila, il drammatico racconto del papà

In una lunga intervista rilasciata a La Repubblica, il papà di Tommaso ripercorre i momenti successivi all’incidente. L’uomo, che vive a poche decine di metri dall’asilo, era affacciato al balcone quando l’auto è piombata sul giardino ed è per questo che, accompagnato dalla nonna del piccolo, si è diretto verso la struttura dove c’erano già i soccorritori: “Mi sono trovato davanti la maestra e le ho chiesto: ‘Tommaso dov’è?’. Lei mi ha risposto: ‘Sta qui non si preoccupi’. ‘Ma cosa è successo? Si può sapere?’. Qualcuno ha risposto: ‘Un brutto incidente, ma dovete lasciar passare i soccorsi’”. Una frase che ha inizialmente rassicurato l’uomo che si è così diretto verso casa lasciando sul posto la nonna in attesa che il figlio uscisse da scuola. E’ stata la donna poco dopo a chiamarlo per dirgli che Tommaso era sotto l’auto.

“Quando sono tornato i pompieri erano riusciti a sollevare l’auto con il sistema ad aria e il mio piccolo era steso lì, con gli occhi chiusi, pallido. C’erano tre dottori attorno a Tommaso, uno gli praticava il massaggio cardiaco e poi la manovra di Valsalva e poi ancora il cuore. Sono stati parecchio a provare qualsiasi cosa per mio figlio, non ho nulla da recriminare”. Purtroppo però dopo 40 minuti il piccolo è stato portato in ospedale dove poco dopo ne è stato dichiarato il decesso.

Oggi il papà di Tommaso sposerà in comune a L’Aquila la mamma del bimbo: avrebbero dovuto celebrare il matrimonio il prossimo 3 luglio, giorno di San Tommaso, ma hanno deciso di anticipare ad oggi la cerimonia: “Abbiamo deciso oggi che lo faremo in Comune, ci sposeremo per rispetto di nostro figlio, perché era una cosa che avevamo deciso proprio per lui, da credenti ci sembrava un dovere farlo per nostro figlio. Ovviamente la cerimonia in chiesa non la faremo. Non è una festa”. 

La versione della mamma proprietaria dell’auto

La 38enne, di origini bulgare, proprietaria dell’auto che ha travolto i bimbi nell’asilo, è ora indagata per omicidio stradale. Secondo la sua versione, aveva lasciato la propria Passat, con il figlio 12enne dentro, nei pressi dell’ingresso dell’asilo “Primo maggio” a Pile. La macchina si è sfrenata ed ha sfondato il cancello della materna, investendo diversi bambini. “Sono certa di aver lasciato la macchina con la marcia inserita, non ricordo di aver inserito il freno a mano. Quando sono andata a scuola riprendere le mie figlie, le gemelline. All’improvviso, però, l’ho vista passare e ho provato a bloccarne la corsa, ma non è stato possibile”.

Sul perdono del papà di Tommaso, la donna si commuove: “Sono parole bellissime. Ci aiutano in questi momenti terribili in cui siamo tutti distrutti. Un po’ ci sollevano. Ringrazio tanto il papà e la mamma di Tommaso. Il nostro pensiero è sempre a loro. La loro tragedia e anche la nostra. Vorremmo tanto che non fosse mai accaduto”.

I punti da chiarire sull’incidente all’asilo de L’Aquila

Ci sono testimoni, riporta sempre La Repubblica, che asseriscono di aver visto il figlio dodicenne della donna al posto di guida. Tutto è però ampiamente da verificare, così come l’esame disposto sul sistema frenante dell’auto, una Passat ricevuta in prestito dai parenti, per comprendere se si sia inceppato qualcosa. L’esame sul freno a mano elettronico sarà molto probabilmente uno dei punti centrali della perizia, per capire senza lasciar spazio a dubbi che cosa sia successo in quei drammatici secondi. Infatti, mentre per i freni di tipo meccanico non rimane traccia dell’utilizzo, per quello elettronico si potrebbe in teoria verificare la centralina di controllo. 

La donna ascoltata nei prossimi giorni dal sostituto procuratore Stefano Gallo in modo che possa dare la sua versione agli inquirenti. Per la giornata di oggi in Procura è previsto l’affidamento dell’incarico sulla perizia tecnica sull’auto all’esperto Cristiano Ruggeri. Inoltre c’è da stabilire se il recinto del giardino era a norma. Infatti nel punto dove è piombata la macchina, il reticolato non era poggiato su un muro di cemento, ma conficcato direttamente nella terra.