Lecco, insulti razzisti: reagisce, espulso, s’azzuffa coi tifosi. Ma anche all’oratorio partita da sospendere

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Febbraio 2022 - 14:06 OLTRE 6 MESI FA
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Lecco, insulti razzisti: espulso (Ansa)

Lecco, insulti razzisti: reagisce, espulso, s’azzuffa coi tifosi. Ha avuto un esito a dir poco inaspettato la partita del campionato Juniores provinciale di calcio under 20 che si è disputata al centro Al Bione di Lecco fra Oratorio Zanetti e Bellagina.

Lecco, insulti razzisti: reagisce, espulso, s’azzuffa coi tifosi

Uno dei calciatori dell’oratorio ha infatti reagito ad insulti razzisti dei tifosi ed è stato espulso. E a questo punto è andato sugli spalti ad azzuffarsi. E poi di nuovo la rissa è riesplosa dopo il match ed è terminata solo con l’arrivo dei carabinieri.

Lo riporta La Provincia di Como spiegando che per avere la versione ufficiale bisognerà attendere giovedì il comunicato del giudice sportivo provinciale sulla base del rapporto dell’arbitro che ha deciso per l’espulsione.

L’ex assessore: “Partita andava sospesa da regolamento”

“È andata in scena di nuovo una manifestazione razzista da parte di alcuni tifosi – ha commentato l’ex assessore lecchese ed ora consigliere comunale Corrado Valsecchi -.

Che si è conclusa non già con la sospensione della partita come prevede il regolamento, ma con l’espulsione del giocatore di colore vittima degli insulti”.

“Sinceramente non ero presente alla partita – ha riferito al quotidiano il presidente della Zanetti, Giancarlo Barindelli -, ma quello che tengo a fare è sottolineare l’errore commesso da ambo le parti in causa.

Per quanto ci riguarda stigmatizziamo la reazione del nostro giocatore perché non è quello il modo giusto per combattere questo tipo di episodi. Stiamo parlando di una persona maggiorenne e quindi si comporta come ritiene più opportuno”.

A lui dovrebbe arrivare una squalifica ma certo “non si deve andare a vedere le partite per insultare l’avversario – ha aggiunto Barindelli -. Qesto è un concetto che devono capire i genitori in primis, perché purtroppo di episodi simili ne stanno succedendo con sempre maggiore frequenza”.