Negozi sempre aperti. Monti libera le saracinesche

Pubblicato il 2 Gennaio 2012 - 10:59 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Scatta la liberalizzazione degli orari dei negozi. Dal 2 gennaio qualsiasi esercizio commerciale potrà tenere le saracinesche alzate tutto il tempo che vuole, in tutta Italia, senza limitazioni. La rivoluzione arriva per effetto della Manovra Monti che concede 90 giorni di tempo agli enti locali per adeguare i propri ordinamenti alle disposizioni di liberalizzazione.

A Roma la svolta è già realtà, i negozi, bar e ristoranti della Capitale non dovranno rispettare più alcun limite di orario di apertura e di chiusura. Recependo il dl del luglio scorso, l’Assessorato alle Attività Produttive di Roma Capitale ha diramato una circolare al Comando di Polizia Municipale, ai Presidenti e ai Direttori dei Municipi relativa alla liberalizzazione degli orari di apertura e chiusura degli esercizi commerciali.

Nella delibera, si legge che “gli esercizi commerciali, comprese le attività di somministrazione di alimenti e bevande, a partire dal 2 gennaio potranno operare, come prevede la legge, senza limitazioni su orari di apertura e chiusura, chiusura domenicale e festiva, nonché sulla mezza giornata di chiusura infrasettimanale”.

“Abbiamo recepito la normativa – spiega l’assessore alle Attività Produttive Davide Bordoni – ma, al fine di garantire il rispetto del riposo e della quiete delle persone, nonché tutelare ogni altro diritto costituzionalmente riconosciuto, abbiamo anche chiesto alla Polizia locale di Roma Capitale di effettuare controlli sul territorio, evidenziando le criticità che eventualmente dovessero emergere in alcune zone. Con lo stesso obiettivo, a gennaio convocherò una riunione con le associazioni di categoria e le rappresentanze sindacali per discutere insieme le nuove regole e trovare elementi di sintesi”.

Più cauta la Regione Lombardia, che ha deciso di impiegare i 90 giorni concessi dalla legge per valutare attentamente le disposizioni da attuare. A Torino, invece, l’assessore al commercio Giuliana Tedesco si dice preoccupata: “Lo sono soprattutto per via della sicurezza – spiega – locali notturni e sale da gioco potranno darci molto da pensare. Ma non solo. Credo che alla fine questa liberalizzazione si risolverà ad una lotta senza quartiere fra centri commerciali e supermercati, a danno dei negozi piccoli e medi”.

Sulla stessa scia i sindacati hanno manifestato le loro preoccupazioni circa la possibilità di perdita dei posti di lavoro, immaginando la chiusura di molti negozi schiacciati dalla concorrenza della grande distriobuzione. “In dettaglio a chiudere sarebbero 12 mila esercizi alimentari, 11 mila e 300 nell’abbigliamento calzature, 3 mila e 300 tra ferramente, cartolerie e librerie”, avverte Marco Venturi, il presidente della Confesercenti che lancia l’allarme occupazionale.