Mafia cinese: il matrimonio del figlio del presunto capo dei capi Zhang Naizhong tra Ferrari e Lamborghini

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Gennaio 2018 - 09:36 OLTRE 6 MESI FA
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Mafia cinese: il matrimonio del figlio del “capo dei capi” Zhang Naizhong tra Ferrari e Lamborghini

ROMA – Mafia cinese: il matrimonio del figlio del presunto “capo dei capi” Zhang Naizhong tra Ferrari e Lamborghini. “Una cosa del genere non esiste proprio. Chi è che ha il coraggio di litigare a tavola al matrimonio di mio figlio?”. Zhang Naizhong, secondo le indagini, non aveva alcun dubbio che il 2 febbraio del 2013 tutto sarebbe andato per il verso giusto e nessuno si sarebbe permesso di litigare, nonostante alla cerimonia fossero presenti esponenti di diversi gruppi criminali cinesi arrivati da mezza Europa: perché secondo l’accusa lui era il ‘Capo dei capi’ a cui tutti devono il rispetto che merita un capomafia che si è imposto con la violenza e l’intimidazione e che è ben consapevole del suo ruolo e del suo potere.

“Io sono il più potente in Europa, non mi vanto, puoi chiederlo a chiunque. Io non parlo tanto con le persone, dico solo due frasi alle persone, se lui è mio fratello o mio amico e basta!. Se non è amico è un nemico” e “se sei un nemico allora sei finito!” Sono le carte dell’inchiesta della Polizia che ha scoperchiato il vaso sul potere della mafia cinese a certificare il ruolo e il carisma del 57enne arrivato dalla Cina, stabilitosi prima a Prato e poi in un appartamento a viale Marconi a Roma dal quale gestiva in monopolio il traffico su gomma delle merci cinesi circolanti in Europa.

Un personaggio che il Gip di Firenze Alessandro Moneti definisce “determinato e volitivo”, capace di imporsi, “senza porsi alcuno scrupolo nell’uso della violenza”, come “punto di riferimento” della criminalità cinese “in Italia e nell’intera Europa”. Ecco perché “per lui – sottolinea – può essere utilizzata l’espressione capo dei capi. Un’espressione che siamo abituati ad usare per altri contesti che non sono però distanti da quello emerso in queste indagini”.

Secondo l’accusa aveva interessi in Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, fino a Repubblica Ceca e Polonia, Naizhong investiva i soldi in miniere di carbone e corna di rinoceronte, aveva una fidanzata di quasi 20 anni più giovane di lui che gli faceva anche da manager e segretaria per gli affari criminali – a cui oggi i poliziotti hanno sequestrato gioielli e 30mila euro in contanti – e amava far da paciere, ruolo perfetto per un capo: lo avrebbe fatto a Prato, dopo una sanguinosa guerra tra bande, e lo avrebbe fatto a Parigi, dove era stato chiamato per dirimere una controversia. Lui avrebbe accettato di buon grado l’incarico, ad una condizione, scrive l’Ansa: che tutti i capi delle organizzazioni in Francia lo chiamassero Capo.

E’ però al matrimonio del figlio che gli investigatori, travestiti da camerieri, hanno avuto la certezza del potere incarnato da Naizhong. Una cerimonia da favola celebrata all’hotel Hilton di Roma, dalla cui terrazza si domina tutta la città, in cui si è occupato personalmente di non far mancare nulla agli oltre 500 ospiti provenienti da varie città d’Italia, d’Europa e dalla Cina: prenotando loro gli alberghi nella capitale, noleggiando Ferrari e Lamborghini con l’autista per accompagnare gli invitati più importanti e due pullman di lusso per far arrivare gli 88 ospiti da Prato.

Quando, un mese prima della cerimonia, il fratello gli dice di temere che possa scatenarsi una rissa tra invitati, magari dopo aver bevuto, poiché i suoi amici “sono mafiosi”, l’Ansa scrive che Zhang non si scompone. Prima sceglie la disposizione a tavola, dividendo i commensali per ‘cerchi’, vale a dire per gruppi (quelli di Prato, quelli di Roma, quelli dalla Cina e dalla Francia) e poi annuncia sereno: “Se vengono qui da me sanno come comportarsi … noi non dobbiamo pensare troppo … non può succedere una cosa del genere, anzi non esiste proprio. Chi è che ha il coraggio di litigare a tavola al matrimonio di mio figlio solo perché è ubriaco? Non esiste. Se qualcuno lo farà è evidente che ce l’ha con me … Quindi non può accadere una cosa di questo genere”. L’unica cosa di cui Naizhong non si occupa, è il conto della cerimonia: 76.200 euro pagati in contatti da sei suoi amici, tutti residenti in Cina, ognuno dei quali ha saldato una parte.