Edilizia: per la prima volta costruttori ed operai manifestano insieme. Sono due mila a Montecitorio

Pubblicato il 1 Dicembre 2010 - 13:19 OLTRE 6 MESI FA

Manifestanti a piazza Montecitorio per un presidio che prevede per la prima volta le organizzazioni delle imprese edili protestare insieme ai sindacati dei lavoratori del settore per il rilancio del comparto. La manifestazione nazionale vede riunite infatti le 14 sigle promotrici degli stati generali delle costruzioni (dall’Ance alle cooperative, da Confartigianato alla filiera dell’indotto riunita in Federcostruzioni e i sindacati, Fillea Cgil, Filca Cisl, Feneal Uil).

”Si protesta contro l’insufficiente politica industriale per il settore edile”, come sottolineano i partecipanti. Infatti all’inizio della crisi sarebbero stati persi, considerando l’indotto, 250 mila posti di lavoro che rischiano di arrivare a 290 mila nel 2011, con migliaia di imprese che hanno chiuso i battenti. I manifestanti, con i tipici caschetti da cantiere, agitano slogan come ”le piccole opere fanno grande il Paese”, ”lavorare per lo Stato che non paga”, ”la crisi preme il fisco ci spreme”, ”portiamo a casa la riprese”.

”Spero che si ripeta ovunque ci siano problemi per il lavoro”, ha commentato il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, partecipando alla manifestazione.”E’ una manifestazione di grande significato, ci sono imprenditori e sindacati che difendono gli stessi interessi” ha sottolineato. Secondo il leader della Cisl ”ci sono molti soldi stanziati, ma non sono utilizzati”. E ha spiegato: ”Senz’altro servono soldi, l’allentamento del patto di stabilità, però il problema è che ci sono già soldi stanziati e da tanto tempo, ma non vengono spesi”. Inoltre, Bonanni ha evidenziato come il settore costruzioni sia quello ”più colpito dalla crisi”.

Bersani ha invece commentato: ”E’ una manifestazione inedita perchè è la prima volta che si vedono insieme in piazza lavoratori e imprenditori. Una manifestazione ben motivata visto che in due anni, con la più grande recessione del dopoguerra, il governo ha diminuito gli investimenti trasformandoli in spesa corrente”. ”Non è vero – attacca Bersani – che il governo ha ben governato la crisi, si è bloccato tutto e in più c’è il circuito dei pagamenti che non gira. Le imprese non hanno più fiato per andare avanti e si perde occupazione. E’ un circolo vizioso…fanno bene a protestare”.