Pd, Letta: “Veltroni torni indietro dividersi ora è una follia”. Per Parisi l’ex sindaco di Roma “è in ritardo”

Pubblicato il 19 Settembre 2010 - 12:40 OLTRE 6 MESI FA

Enrico Letta

Il partito democratico non può permettersi ora divisioni e spaccature e se dibattito deve esserci è sui temi concreti e non sulle questioni di nomenklatura, altrimenti si rischia di perdere l’occasione storica che abbiamo finalmente a portata di casa: mandare a casa Berlusconi”. È quanto afferma Enrico Letta in un’intervista a Repubblica in cui lancia un appello a Veltroni: ”L’ultima chance per ridurre il danno, per fermare questo incredibile regalo a Silvio Berlusconi e ad Antonio Di Pietro che Walter Veltroni, Giuseppe Fioroni e i 75 parlamentari stanno oggettivamente consegnando -dice-  è giovedì prossimo: in quella riunione di direzione del nostro partito dobbiamo bloccare, tutti insieme, il rischio gravissimo che il Pd sta correndo”.

Letta, secondo il quale non c’è comunque un rischio implosione per il Pd, chiede ai 75 parlamentari di rinunciare allo scontro ”che il nostro popolo non capisce” e di ”sostenere Bersani e andare avanti sulla linea del segretario”. A proposito della mozione di sfiducia contro il governo proposta da Parisi e appoggiata da Veltroni dice: ” Penso piuttosto, e lavoriamo per presentarla la prossima settimana, che la strada migliore sia quella di una mozione di sfiducia individuale contro Berlusconi ministro ad interim dello Sviluppo economico”.

Arturo Parisi, ex ministro nel governo Prodi, spiega invece in un’intervista al Secolo XIX che “se Walter Veltroni ha una colpa, è semmai di aver aperto il confronto troppo tardi. Sono tre anni che andiamo avanti a forza di conte sulle persone e di reticenze sulle scelte politiche”.

La mossa di Veltroni secondo Parisi, non è un pacco dono al premier Silvio Berlusconi. ”Se fosse per quello – spiega – con la scusa di favorire l’avversario il dibattito interno dovrebbe essere sospeso e quindi bandito dalla vita dei partiti, oppure nascosto limitandosi ai calci sotto il tavolo”. Parisi si dice poi ”convinto più che mai” dell’utilità delle primarie. ”Ma vorrei – aggiunge – che ne fossero convinti gli altri. La cosa peggiore è sentire le primarie rivendicate come propria proposta da chi non ci crede e sostenute da chi le vede come il fumo negli occhi e perciò  visibilmente le contrasta, le manipola, le raggira, le rinvia”.

Parisi trova nel documento di Veltroni ”un’analisi e una proposta ampiamente condivisibile” quella della ”capacità federativa” mentre l’idea che la leadership di partito debba tradursi automaticamente nella leadership di governo “è una linea che tra le persone di buon senso va diffondendosi”. E osserva: ”Lo stesso segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, non ha mai stressato la tesi che, a norma di statuto, chiamerebbe lui stesso a rivendicare automaticamente la candidatura a premier. Non è solo perché nel ruolo forse lui stesso non ci si vede”.