Morto Salvatore Crisafulli, si svegliò dopo 2 anni di coma. Era l’anti-Welby

Pubblicato il 21 Febbraio 2013 - 19:54| Aggiornato il 24 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

CATANIA – Si è spento a Catania, all’età di 48 anni, Salvatore Crisafulli, il paraplegico che si era risvegliato nel 2005 dal coma in cui entrato due anni prima per un incidente stradale. Era affetto della sindrome di “locked in”: comunicava solo attraverso gli occhi utilizzano un computer a scansione. Crisafulli è stato colto da un infarto giovedì mattina, poco prima di mezzogiorno, nella sua casa a Catania.

In suo nome il fratello Pietro ha combattuto una lunga battaglia per curare i malati come Salvatore con le cellule staminali e contro l’eutanasia. Per questo la stampa lo aveva ribattezzato l’anti Welby: Pietro che lo ha curato e accudito in questi anni, ha istituito un’associazione, “Sicilia risvegli”, e aveva chiesto l’intervento della magistratura per procedere con le cure a base di staminali. L’udienza presso il Tribunale di Catania era stata fissata per il 16 aprile prossimo. Troppo tardi ormai, ma ora Pietro Crisafulli non esclude di presentare un esposto alla Procura sulla morte del fratello per “omissione di soccorso”. Colpa, a suo dire, di una visita a domicilio di un medico pneumologo, in ritardo di tre giorni.

La vita di Salvatore aveva subito un brusco arresto nel 2003 quando, una mattina, accompagnando uno dei suoi quattro figli a scuola con la vespa, si è schiantato contro un furgone di gelati. La diagnosi fu “coma vegetativo permanente”. Poi, quasi per miracolo, nel 2005, proprio quando negli Stati Uniti veniva staccata la spina a Terri Schiavo, in Italia lui si risvegliava. Da quella data la famiglia ha ricominciato a sperare. La speranza, l’ultima, di poter curare Salvatore con le cellule staminali, come concesso ai bambini Daniele, Smeralda e Celeste, con buoni risultati. Ma negli ultimi giorni le sue condizioni si sono aggravate fino alla morte sopraggiunta giovedì mattina.