Napoli. Camorra comprava droga, ma finanziava Al Qaeda

Pubblicato il 20 Febbraio 2012 - 13:20 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI – Un ingente e assiduo traffico di stupefacenti, che dalla Spagna giungeva a Marano di Napoli passando per Spagna e Polonia, e' stato stroncato oggi dai carabinieri che hanno arrestato 23 persone tra marocchini, italiani e polacchi. Una vicenda che vede coinvolti in veste di acquirenti i clan Nuvoletta e Polverino e sulla quale si allunga l'ombra di Al Qaeda.

Figura centrale del traffico e' il maghrebino Rachid Echemlali Rahmani, di 34 anni, soprannominato ''Armando'', arrestato a Malaga: secondo gli investigatori, infatti, ci sarebbero riscontri documentali che lo legano ad almeno un esponente di ''Al Qaeda'' coinvolto nell'attentato alla metropolitana di Madrid dell'11 marzo 2004.

Rachid, durante dei controlli eseguiti dalle forze dell'ordine italiane nel 2002, mostro' la patente di guida spagnola intestata a Abdlilah el Fadual el Akil, condannato in primo grado e poi assolto dalla Cassazione spagnola (Tribunal Supremo) proprio per l'attentato di Madrid.

Era Rachid che si occupava del trasferimento della droga dal Marocco alla Spagna, essendo in grado di spostarne ingenti quantita' attraverso lo stretto di Gibilterra. Un'attivita' particolarmente lucrosa che rimpinguava le sue casse al ritmo di circa 600mila euro al mese. Dai clan napoletani si faceva pagare quattro volte la somma spesa per ogni tonnellata acquistata: circa 750.000 euro ogni 150.000 euro d' ''investimento''.

Veloci barchini carichi di stupefacente partivano dal nord del Marocco e poi, nelle vicinanze della costa spagnola, scaricavano in mare la droga, confezionata in modo da poter resistere alle infiltrazioni d'acqua. A questo punto squadre di sub si recavano nei punti segnalati dai mandanti e recuperavano la sostanza stupefacente che, una volta a riva, veniva preparata per il viaggio via terra verso l'Italia.

A gestire il trasferimento finale a Marano di Napoli, invece, era una donna polacca di circa 50 anni, Helena Zajac, anch'ella tra gli arrestati, che a Marano viveva sotto la protezione dei due clan.

Zajac era l'anello di congiunzione tra i corrieri in Polonia e i capi clan: quando giungeva la chiamata, inviava potenti auto dotate di ''doppi fondi'', realizzate da meccanici del Napoletano (uno figura tra gli arrestati, altri sono indagati), fino in Polonia dove aveva reclutato autisti tra amici e parenti.

I corrieri si recavano in Spagna per il carico e la droga, una volta nascosta nelle vetture, giungeva nel Napoletano lungo specifici percorsi. Una volta a Marano, hashish e cocaina veniva recuperata e i corrieri tornavano in Polonia, in attesa di una nuova chiamata della Zajac.

Scoperte anche le tecniche usate dai corrieri per distogliere le forze dell'ordine dal fermare le auto con a bordo la droga, come quella che ricorre alle ''figuranti'', donne o ragazze assoldate per sembrare moglie o fidanzate. Questo, secondo i trafficanti, indurrebbe polizia e carabinieri a evitare i controlli nei confronti di vetture con equipaggi che danno l'impressione di essere semplicemente una coppia in viaggio.

In manette anche elementi di spicco dei clan, come Vincenzo Baccante, storico esponente dei Nuvoletta (fratello di Luigi, all'ergastolo per l'omicidio del giornalista Giancarlo Siani) e Sabatino Cerullo, gia' reggente dei Polverino.

Le indagini sono state condotte tra il 2009 e il 2010: prima di quel periodo – scrive il facente funzione di procuratore della Repubblica di Napoli Alessandro Pennasilico – i clan hanno acquistato 5-6 tonnellate di hashish versando ai trafficanti marocchini circa 7-8 milioni di euro ricavandone il doppio.