Omicidio Reggiani, muore testimone chiave. Poteva riferire sui complici

Pubblicato il 22 Febbraio 2012 - 13:48 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Muore il testimone chiave  sui presunti complici di Romulus Mailat, la belva che assalì, depredò e uccise Giovanna Reggiani, moglie di un alto ufficiale della Marina italiana mentre rientrava a casa. Il certificato di morte di Vasili Neamtu, figlio della supertestimone che inchiodò Mailat per l’omicidio del 30 ottobre 2007 alla stazione Tor di Quinto, è stato presentato in aula dal pm Mario Pesci. Consegnato al giudice che aspettava di sapere se Mailat quella notte aveva avuto dei complici. Vasili era il cugino di Mailat, ma era anche il figlio di Emilia, la supertestimone che la mattina dopo il terribile stupro consentì alla polizia di arrivare a Mailat, che poi la corte d’appello ha condannato all’ergastolo. Lui si difese accusando proprio Vasili. Lo indicò come un killer spietato. Ora nel processo in cui Mailat deve rispondere per calunnia si scopre che Vasili è morto proprio nel giorno in cui doveva testimoniare contro il suo accusatore.

Il legale dell’imputato Piero Piccinini ha informato la corte: “Vasili è morto in circostanze violente. Ucciso dopo una rapina con un colpo in testa”. Il fratello Ilia ha aggiunto: Vasili sta morto a Prima Porta, polizia non ha voluto dire di più”. Ma il nome di Vasili Neamtu non compare nell’archivio di polizia e carabinieri con la lista delle vittime di reati violenti degli ultimi mesi. Eppure il certificato di morte c’è ma non sarà in questo processo che si sveleranno i dettagli sulla misteriosa morte del testimone chiave.

Piuttosto sarà la Procura di Roma, perché il sostituto Bice Barborini non ha mai smesso di cercarle, le belve che erano con Mailat. Glielo chiese espressamente la corte d’assise d’appello che inasprì la condanna per il romeno, trasformando in ergastolo la sentenza di primo grado a ventinove anni di carcere.