Emilia: operatori turistici offrono falsi gruppi di clienti agli albergatori, denunciati

Pubblicato il 30 Agosto 2010 - 10:46 OLTRE 6 MESI FA

Agiva in totale sintonia una coppia di operatori turistici residente a Besozzo (Varese): lui, Pasquale Z., pugliese di 56 anni; lei, Caterina S., varesotta di 42 anni. Hanno girato in lungo e in largo l’Emilia-Romagna per contattare ristoranti e alberghi di piccoli paesi ai quali “rifilare” falsi soggiorni e banchetti per inesistenti gruppi di vacanzieri. La truffa – che secondo le indagini dei carabinieri ha portato ad un giro d’affari di oltre 60.000 euro e ha interessato almeno le province di Modena, Piacenza, Parma e Reggio Emilia – è infine fallita grazie un ristoratore di Serramazzoni (Modena), che ha avvisato i militari permettendo di bloccare l’uomo e di denunciarlo assieme alla complice.

La truffa era stata pensata molto bene: dapprima la donna contattava telefonicamente il ristorante-albergo per promuovere il banchetto-soggiorno, quindi, di lì a poco, si presentava l’ uomo direttamente sul posto e, approfittando del momento di crisi che ha investito anche il settore turistico, persuadeva la vittima, che alla fine accettava la convenzione dietro un compenso variabile, a seconda della consistenza del gruppo, da 450 a 650 euro.

Una volta accaparrato il denaro e rilasciata al ristoratore una copia dell’inesistente convenzione, l’uomo si dileguava, pronto a presentarsi – professionale ed affidabile – alla successiva vittima alla quale proponeva il medesimo affare. La truffa, secondo le indagini, è andata avanti per diversi mesi fino a quando un noto ristoratore di Serramazzoni, ricevuta la telefonata della donna e fiutando “puzza di bruciato”, ha avvisato i carabinieri, che si sono fatti trovare pronti per il giorno e l’ora convenuta per la stipula della falsa convenzione.

Quando l’uomo è uscito dal ristorante, dopo avere stipulato “l’affare” per un presunto banchetto di vacanzieri dietro compenso di 480 euro, ad attenderlo ha trovato i carabinieri che, dopo aver accertato la sua identità e le reali intenzioni, lo hanno denunciato e hanno restituito il denaro estorto. L’attività investigativa dei militari di Serramazzoni non si è fermata al singolo episodio: attraverso perquisizioni domiciliari e pedinamenti, i militari hanno scoperto un giro d’ affari molto consistente, che finora ha permesso di individuare 116 attività commerciali raggirate dai due operatori turistici, tutti ristoranti e alberghi emiliani. Ma il “giochetto dei falsi soggiorni” potrebbe aver colpito anche fuori regione.