Pamela Poletti, morta di parto dopo 4 anni in coma vegetativo

di redazione Blitz
Pubblicato il 30 Agosto 2016 - 13:50 OLTRE 6 MESI FA
Pamela Poletti, morta di parto dopo 4 anni in coma vegetativo

Pamela Poletti, morta di parto dopo 4 anni in coma vegetativo

GENOVA – Muore di parto dopo quattro anni di coma vegetativo. Pamela Poletti aveva 35 anni quando, il 16 agosto del 2012 venne ricoverata al pronto soccorso dell’ospedale San Martino di Genova. Era incinta, ma la sua era una gravidanza difficile. Il feto venne salvato grazie ad un cesareo. Ma per Pamela le cose non andarono altrettanto bene.

I medici sospettarono che soffrisse di una complicanza definita “Hellp Syndrome”, che in molti casi provoca emorragie. Per questo a scopo cautelativo, la trasferirono nel reparto di terapia intensiva. Qui Pamela si sentì male: non riusciva nemmeno a mangiare. Il 23 agosto le vennero iniettate due dosi di morfina. E forse per quel sedativo i medici non si accorsero in tempo che la giovane mamma aveva un’emorragia.

Il giorno seguente, ricorda Marco Grasso sul Secolo XIX, Pamela venne operata d’urgenza, ma lo scompenso aveva provocato danni irreparabili. Fino al 21 giugno scorso, quando il suo corpo ha smesso di lottare.

Sulla morte di Pamela, originaria di Rapallo (Genova), è stata aperta un’inchiesta. Il vedovo Alessandro Solari accusa i medici per aver somministrato la morfina, che avrebbe mascherato le prime avvisaglie della emorragia. “I sanitari hanno optato per la soluzione più comoda e sbrigativa, ha spiegato l’uomo al Secolo XIX, cioè “silenziare” la paziente con due dosi di morfina e non hanno proceduto ai necessari accertamenti diagnostici”.

Scrive ancora Grasso sul quotidiano ligure:

Sulla vicenda ora deve decidere il giudice Alessia Solombrino. Per il pm Sabrina Monteverde i medici non hanno responsabilità. Una posizione condivisa anche dal perito del giudice; che durante l’incidente probatorio, si legge nelle carte depositate in tribunale, si è trovato di fronte al suo capo dipartimento, consulente della difesa dei medici.