Papa Francesco: “Voglio incontrare Putin per fermare la guerra. Perplesso da forniture armi”

Papa Francesco vuole incontrare Putin per fermare la guerra in Ucraina ma dalla Russia non rispondono. Bergoglio contro commercio armi.

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Maggio 2022 - 08:23 OLTRE 6 MESI FA
Papa Francesco: "Voglio incontrare Putin per fermare la guerra. Perplesso da forniture armi"

Papa Francesco: “Voglio incontrare Putin per fermare la guerra. Perplesso da forniture armi” (foto Ansa)

Papa Francesco vuole incontrare Putin per fermare la guerra in Ucraina e si dice perplesso dalle forniture delle armi. Secondo il Pontefice, il commercio degli armamenti è uno scandalo. 

Papa Francesco vuole incontrare Putin, per ora nessuna risposta dalla Russia

“Ho chiesto al cardinale Parolin, dopo venti giorni di guerra, di fare arrivare a Putin il messaggio che io ero disposto ad andare a Mosca. Certo, era necessario che il leader del Cremlino concedesse qualche finestrina. Non abbiamo ancora avuto risposta e stiamo ancora insistendo, anche se temo che Putin non possa e voglia fare questo incontro in questo momento. Ma tanta brutalità come si fa a non fermarla?”.

Lo dice papa Francesco, intervistato dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana. “A Kiev per ora non vado”, aggiunge – spiega -. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin”. 

Papa Francesco contro il commercio delle armi: “E’ uno scandalo”

“Non so rispondere, sono troppo lontano, all’interrogativo se sia giusto rifornire gli ucraini. La cosa chiara è che in quella terra si stanno provando le armi. I russi adesso sanno che i carri armati servono a poco e stanno pensando ad altre cose. Le guerre si fanno per questo: per provare le armi che abbiamo prodotto”.

Lo dice papa Francesco, intervistato dal direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana.

“Così avvenne nella guerra civile spagnola prima del secondo conflitto mondiale – rievoca il Pontefice -. Il commercio degli armamenti è uno scandalo, pochi lo contrastano. Due o tre anni fa a Genova è arrivata una nave carica di armi che dovevano essere trasferite su un grande cargo per trasportarle nello Yemen. I lavoratori del porto non hanno voluto farlo. Hanno detto: pensiamo ai bambini dello Yemen. È una cosa piccola, ma un bel gesto. Ce ne dovrebbero essere tanti così”.