Primarie Pd a Napoli, indagine sulle possibili pressioni dei clan

Pubblicato il 25 Settembre 2011 - 13:08 OLTRE 6 MESI FA

NAPOLI, 21 SET – Nate sotto una cattiva stella, quelle primarie. Quattro candidati – tre del Pd, uno di Sel – per la corsa a sindaco di Napoli, e un vincitore mai riconosciuto, dopo un’infinita coda di polemiche e accuse di brogli costata la poltrona al segretario provinciale del Partito democratico.

Ora sulla competizione dello scorso gennaio spunta l’ombra di infiltrazioni della camorra: la Dda ha aperto un fascicolo, con l’ipotesi di reato di minacce aggravate dall’aver favorito un clan. Le irregolarità si sarebbero verificate nel quartiere di Secondigliano, area di periferia dove è forte la presenza della camorra.

Acquisiti gli elenchi dei votanti, si ipotizza che in procura possano essere ascoltati i quattro candidati in lizza: l’eurodeputato Andrea Cozzolino, vincitore uscito dalle urne ma mai riconosciuto ufficialmente dal partito; il secondo classificato Umberto Ranieri, che ha più volte chiesto l’annullamento del voto sollevando dubbi sulla regolarita’ delle procedure, Nicola Oddati e l’unico candidato extra-Pd, l’ex magistrato Libero Mancuso che correva per il partito di Vendola.

Dopo la coda di polemiche e accuse reciproche, le primarie furono sostanzialmente invalidate: Bersani silurò il segretario provinciale del Pd nominando come commissario Andrea Orlando, e la scelta per la corsa al Comune cadde sul prefetto Mario Morcone, uscito di scena al primo turno.

Una pagina difficile nella storia del partito napoletano, finita casualmente nel mirino della Dda: il pm Pierpaolo Filippelli si è imbattuto nelle primarie mentre indagava sui brogli elettorali nel comune di Gragnano, vicenda oggetto di un’altra inchiesta che in marzo portò all’emissione di misure cautelari. La traccia principale proverrebbe da alcune intercettazioni telefoniche.

Il Pd affida la sua reazione al commissario provinciale Orlando e al segretario campano, Enzo Amendola. Piena disponibilità a collaborare con la procura: ”Siamo i primi interessati a sapere se ci siano state o meno pressioni delle organizzazioni criminali e se queste pressioni abbiano trovato punti di debolezza o complicità. Se le indagini avranno sviluppi ci costituiremo parte civile”.

Dal Pdl attacca il deputato napoletano Amedeo Laboccetta, componente dell’Antimafia: ”Altro che escort, qui la camorra condiziona e sceglie gli uomini del partito di Bersani. Ho chiesto con la massima urgenza una riunione della commissione parlamentare”.

Gli risponde Luisa Bossa, componente Pd della stessa Antimafia: ”La magistratura ha tutto il diritto di indagare, ma è comico che a parlare sul tema siano esponenti del Pdl campano, il cui coordinatore regionale Cosentino e’ sotto processo per collusione con la camorra”. Lapidario Nello Formisano, coordinatore campano Idv: ”Avevamo visto giusto a non partecipare”.