Processo Meredith, Amanda Knox: “Ho paura della maschera d’assassino”

Pubblicato il 3 Dicembre 2009 - 18:08 OLTRE 6 MESI FA

E’ il momento della difesa al processo per l’omicidio di Meredith Kercher. «Ho paura di avere una maschera da assassina forzata sulla mia pelle»: ha detto Amanda Knox prendendo la parola in una dichiarazione spontanea davanti alla corte d’assise di Perugia. La giovane americana è intervenuta al termine delle repliche dei suoi difensori.

La Knox è apparsa visibilmente commossa. Ha parlato, come al solito, in italiano. Nella sua dichiarazione spontanea ha ringraziato «famiglia e amici che mi salvano la vita tutti i giorni». «Ringrazio l’accusa – ha aggiunto – che sta facendo il suo lavoro anche se non capisce. Sta cercando di portare giustizia a una persona tolta dal mondo».

«Mi è venuta in mente – ha detto la Knox – una domanda che ho scritto su foglio bianco: come riesci a stare così tranquilla? Ma io non sono calma. Ho già scritto che ho paura di perdere me stessa e di essere definita come non sono».

La giovane di Seattle ha spiegato che dopo due anni di carcere si sente «delusa, triste e frustrata». «Tanti mi dicono – ha proseguito – che se fossero in questa situazione si strapperebbero i capelli e farebbero a pezzi la cella. Io non lo faccio, non mi butto giù, respiro e cerco di trovare il positivo. Ora si fa la decisione. Davanti a voi mi sento vulnerabile».

Intanto, i media americani tornano a sollevare dubbi sulle indagini di Perugia. Secondo il New York Times, non ci sono prove evidenti che Amanda Knox si trovasse sulla scena del delitto al momento del crimine. Il quotidiano americano, che paragona il processo a un «insulto» e alla «abitudine italiana di salvare la faccia», sostiene che Amanda e Raffaele Sollecito non avessero nessun motivo per uccidere Meredith e che quello tra le due coinquiline – diversamente da quanto sostenuto dai pm – fosse un normale rapporto tra studentesse.