Le dieci piccole province

Pubblicato il 16 Agosto 2011 - 17:35 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Dieci piccole province, tante sono quelle che potrebbero resistere alla valanga di “però” che sta affossando la norma governativa di tagliare i più contestati tra gli enti locali. Se ne sfilano una a una tra vari distinguo e l’intera faccenda rischia di finire come la storiella dei famosi 10 piccoli indiani di Agatha Christie. A leggere il testo della manovra le province falciate sarebbero quelle sotto i 300mila abitanti. Quante sono? 37.

Però…e però il testo stesso aggiunge la prima precisazione: tranne quelle che possono vantare un’area sopra i 3mila chilometri quadrati. E dalla lista ecco che si sfilano Oristano, Sondrio, Olbia-Tempio Pausania, Matera, Siena, Grosseto, Nuoro e Belluno. E siamo a 29.

E però…aggiungiamo anche le Regioni a statuto speciale. La competenza su questa materia spetta a loro e a partire dal berlusconiano governatore friulano Renzo Tondo è iniziata la sfilza di “a casa mia decido io”: via quindi Trieste e Gorizia, per non parlare della Sicilia. A Palermo hanno fatto sapere che nel caso provvederanno loro, senza imposizioni romane. Un no secco e ufficiale arriva dal sottosegretario Gianfranco Miccichè, che dalla lista ha sfilato Enna e Caltanissetta: “L’accorpamento delle Province regionali di Enna e Caltanissetta è il risultato “matematico” del criterio adottato dal governo, ma è un risultato aberrante”, si legge sul suo blog. A quanto siamo? 25.

Anche in Sardegna potrebbero sopravvivere in massa le province anche se il governatore Cappellacci ha detto che provvederà ai tagli. Dalla lista, oltre a quelle già elencate, se ne possono sfilare altre 3: quella di Carbonia Iglesias, quelle dell’Ogliastra e del Medio Campidano. Da 25 quindi si scende a 22. Senza contare tutte quelle care ai vari onorevoli, come Bergamo per Bossi: “Se verrà abolita scoppia la guerra civile”. Avanti così e si finisce come nella storiella di Agatha Christie: “Dieci poveri negretti – Se ne andarono a mangiar – uno fece indigestione,  solo nove ne restar.  Nove poveri negretti –  fino a notte alta vegliar – uno cadde addormentato, otto soli ne restar…”.