Rai, Tg1, oltre la realtà: stalking (o mobbing) con la tortura del peto. Giornalista denuncia, Procura procede

Tg1, Daria Mondini lamenta e denuncia essere stata sottoposta per punizione alla tortura della stanza del peto. La Procura procede. Audizioni in aula per misurare intensità olfattiva e frequenza delle flatulenze?

di Lucio Fero
Pubblicato il 13 Maggio 2022 - 09:11 OLTRE 6 MESI FA
Rai, Tg1, oltre la realtà: stalking (o mobbing) con la tortura del peto. Giornalista denuncia, Procura procede

Rai, Tg1, oltre la realtà: stalking (o mobbing) con la tortura del peto. Giornalista denuncia, Procura procede FOTO ANSA

Non ci si crede, anzi non si sa a cosa non credere di più. Alla denuncia? Una giornalista del Tg1 lamenta l’inimicizia (solo professionale?) nei suoi confronti e la conseguente persecuzione di gruppo, gruppo di giornalisti della stessa testata tutti e cinque di più elevato grado. I cinque (e forse qualcuno in più) avrebbero secondo Dania Mondini ideato e messo in atto nei suoi confronti una tortura che i cinesi se la sognano: la tortura del peto. Sì, avete letto e capito bene: la tortura del peto, il peto inflitto. Talvolta in associazione con il rutto.

La tortura del peto

Dania Mondini non solo lamenta, denuncia, denuncia alla Magistratura. Non è dato sapere quale sia il pomo della discordia, il motivo di quella che la giornalista chiama “punizione”, l’origine della persecuzione. D’altra parte in Rai potrebbe essere qualsiasi cosa, la percezione che i giornalisti Rai hanno dei loro inalienabili e sempre insidiati diritti è ormai molto estesa, larghissima, non di rado totalizzante. Come che sia e pur che sia, Dania Mondini denuncia la “flagranza” della persecuzione subita: la stanza del peto. Denuncia di essere stata messa in stanza, nella stessa stanza del collega afflitto da incontenibile flatulenza. Per giorni, settimane, mesi. Nei penitenziari della Guyana francese c’era il buco senz’aria (Papillon insegna), in Rai si scopre esserci la stanza del peto (Dania Mondini rivela).

La stanza del peto

Credere alla stanza del peto? Non è dato sapere se la denuncia alla Magistratura contenga elementi circostanziati quali l’ubicazione della stanza, la misurazione della intensità olfattiva e frequenza delle flatulenze e, soprattutto, l’identità del collega afflitto da tale specificità, in modo che possa testimoniare. Con una prova pratica in aula di giustizia?

Credere al trionfo della giustizia?

La cronaca de La Repubblica racconta che si è indagato prima per stalking, poi per mobbing e ora ancora per stalking. Il che, se non altro, denota una attenta ricerca della fattispecie di reato. In effetti è ardua stabilire se esposizione a peto ripetuto sia insidia alla persona o alla professionista.

Credere al titolo “La Procura procede”?

Ma come la Procura procede? Ma davvero magistrati e inquirenti svolgono indagini e accertamenti su un contenzioso nel migliore dei casi sindacal-redazionale?

Le punizioni nella Rai del tutti e sempre impuniti

Le punizioni…un altro romanzo di Franzen dopo il meraviglioso Le Correzioni? Magari. Le punizioni che lamentano in Rai sono di solito la conduzione del Tg non garantita a vita e magari trasmessa alla prole. Oppure l’imbavagliamento, di solito subito da chi parla ogni sera in video e ogni mattina facendosi intervistare dai quotidiani. Oppure l’alta intensità di lavoro nell’azienda col più basso livello di produttività rispetto alle omologhe. Oppure l’indennità che dovrebbe svanire ma, dopo dura lotta, verrà rinnovata con altro nome. Oppure aver spostato un vaso senza il permesso preventivo del sindacato. Oppure la crudele e inumana osservazione che il congiuntivo era sbagliato e la notizia vecchia. Nella realtà oltre la realtà in cui vivono e operano in Rai (giornalisti più degli altri) anche la punizione della stanza del peto ci sta. Ma, vogliamo credere, solo lì: nel distopico, fantastico e meraviglioso mondo redazioni Rai.