Processo reato elettorale. Raffaele Lombardo: “Ho tutte le fatture dei lavori”

Pubblicato il 14 Giugno 2012 - 13:46 OLTRE 6 MESI FA

CATANIA, 14 GIU – ”Mi si contesta di avere favorito l’azienda Safab, e dall’udienza di oggi 14 giugno emerge che l’avrei invece ingiustamente penalizzata: bisogna che si mettano d’accordo…”. Lo ha affermato il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, durante una pausa del processo per reato elettorale in cui e’ imputato, assieme al fratello Angelo, deputato nazionale del Mpa, davanti il Tribunale monocratico di Catania.

Parlando dei lavori fatti in una sua campagna e nella piscina della villa della moglie, citati dal maggiore dei carabinieri del Ros Lucio Arcidiacono durante la sua deposizione di oggi, il governatore ha precisato che ”ogni lavoro che ho fatto in campagna da me e’ stato fatto pagandolo con tanto di fatture, cosi come avremo modo di dimostrare, per ogni impresa, per ogni lavoratore che e’ venuto da me, fosse un potatore piuttosto che un fornitore di piscina o di cemento armato”.

Il presidente ha anche annunciato ”spontanee dichiarazioni nell’udienza di oggi” dopo il controesame dell’ufficiale dell’Arma.

L’AVVOCATO  Per il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e’ stata ”disposta dal Gip Luigi Barone l’imputazione coatta per concorso esterno all’ associazione mafiosa” anche per il ”suo aiuto alla societa’ Safab”; oggi nel processo per reato elettorale ”il maggiore dei Ros Arcidiacono afferma l’esatto contrario: l’avrebbe penalizzata”. Lo afferma uno dei legali del governatore, l’avvocato Alessandro Benedetti.

”Secondo il Gip Barone – osserva il penalista – il presidente avrebbe comunque in qualche modo aiutato la Safab, per aiutare e avvantaggiare Cosa nostra anche accrescendone il prestigio dinnanzi a imprenditori del Nord. Oggi il maggiore Arcidiacono dice invece l’esatto contrario: il presidente Lombardo, tramite non si sa chi, avrebbe penalizzato, peraltro ingiustamente la Safab, che, secondo lui, forse aveva il diritto di costruire un villaggio per militari Usa, per aiutare un’altra ditta che avrebbe dovuto costruire questo complesso su un altro terreno”. ”Questo e’ un ribaltamento della ipotesi accusatoria – sottolinea l’avvocato Benedetti – in questo processo per reato elettorale si dice una Cosa e nell’altro parallelo per concorso esterno all’associazione mafiosa si dice l’esatto contrario. Quindi noi siamo a giudizio in due processi diversi per i medesimi fatti ma in cui l’ipotesi accusatoria e’ esattamente contraria. Questi – chiosa il penalista – sono fatti gravissimi e rilevantissimi che debbono essere portati all’attenzione della magistratura e di tutti”.