Ruby, Fadil: “Un amico di Berlusconi mi disse di andare ad Arcore per soldi”

Pubblicato il 15 Giugno 2012 - 15:59 OLTRE 6 MESI FA

MILANO, 15 GIU – Un siriano, ”che diceva di essere amico di Berlusconi, mi disse di andare ad un incontro ad Arcore per avere dei soldi” nella primavera del 2011.

Lo ha raccontato in aula, al processo sul caso Ruby a carico di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, la modella Imane Fadil, parte civile, che aveva già parlato nel processo all’ex premier dell’episodio dell’ ‘intermediario’ misterioso.

Venerdì, però, rispondendo al pm e ai giudici, ha chiarito che quell’offerta di soldi era legata anche ad una sua eventuale reticenza nel processo.

Già nell’udienza del 16 aprile scorso, nel processo sul caso Ruby a carico di Silvio Berlusconi, la modella marocchina aveva parlato di questo ‘uomo misterioso’. Tanto che i procuratori aggiunti Ilda Boccassini e Pietro Forno e il pm Antonio Sangermano hanno effettuato una serie di indagini integrative, dopo quella testimonianza, ascoltando a verbale sia il siriano – che e’ stato identificato (Saed Ghanaymi nato nel ’59) – che la stessa Fadil. Gli atti sono stati poi depositati nei due processi sul caso Ruby e oggi il pm Sangermano ha spiegato anche ai giudici della quinta sezione penale che la Procura vuole sentire come teste nel processo il siriano su questa vicenda.

In aula Fadil ha ricostruito l’episodio, spiegando che nel ”marzo,  aprile 2011 mi recai dall’avvocato Asa Peronace per chiedere una consulenza riguardo al fatto che figuravo tra le 33 ragazze di Arcore”. Solo dopo, ha aggiunto Imane, ”venni a sapere che quello era il legale anche delle gemelle De Vivo”. Stando al racconto della marocchina, ”l’avvocato mi fece incontrare quest’uomo straniero che si presento’ come Marco”. Lo incontrai due giorni dopo ”a Linate, ‘per non essere visti’ diceva lui, e la’ mi diede un telefono e una scheda per potermi chiamare e non essere intercettato”.

E ancora: ”Mi ha chiamato tante volte e ogni volta mi diceva di prendere un taxi per andare a Arcore per avere dei soldi”. E il pm: ”Soldi a che titolo, come risarcimento per il suo onore rovinato con lo scandalo o per la sua testimonianza nel processo?”. La risposta di Fadil: ”Tutte e due le cose”. E ancora, alla richiesta di precisazioni del presidente del collegio Annamaria Gatto, Fadil ha chiarito che quei ”soldi” erano anche ”per le dichiarazioni nel processo”. E il giudice: ”Si parlo’ di una cifra?”. La ragazza: ”La cifra non venne mai specificata, capii che quando mi fossi recata ad Arcore la’ se ne sarebbe parlato”. Ma quest’uomo, ha chiesto il pm, ”era mandato da qualcuno?”. Imane: ”Me lo fece capire, non mi disse nulla di specifico, mi disse che era amico di Berlusconi, che andava a cena da lui”. Secondo la giovane, il siriano, dopo aver capito che lei non avrebbe accettato l’offerta, ”mi minaccio’, mi disse ‘io fossi in te non mi scontrerei con certe persone, stai zitta, non mi hai mai visto ne’ sentito, se salta fuori questa cosa ci saranno conseguenze”’. I pm, nelle loro indagini integrative, hanno accertato anche che il siriano avrebbe comprato altre schede intestate alla stessa persona deceduta, simili a quella che ha consegnato alla Fadil.