“Michele mente, dormiva mentre Sarah veniva uccisa”

Pubblicato il 1 Giugno 2011 - 11:18 OLTRE 6 MESI FA

Sarah Scazzi (foto La Presse)

AVETRANA – Quando Sarah Scazzi arrivò a casa Misseri, trascinata con la forza dalla zia Cosima che l’aveva presa per i capelli e caricata in macchina, zio Michele stava dormendo su una brandina in cucina. Ne sono convinti i pm che indagano sull’omicidio della giovane di Avetrana. D’altronde era stata la stessa Cosima a dire che il marito era in casa, durante il primo interrogatorio, il 28 settembre. Poi però, insieme a Sabrina, aveva sostenuto che Michele Misseri si trovasse in garage e che lì avesse ucciso Sarah. Da solo. C’è un’intercettazione però, di un dialogo tra Cosima e la figlia Valentina in macchina il 28 settembre, che smentisce questa seconda tesi e dà credito alla prima.

Nel dialogo intercettato Valentina rimproverava alla mamma di aver riferito agli inquirenti che il padre Michele, quando Sabrina gli chiedeva di Sarah, si trovava in casa e non fuori come invece lei aveva saputo credendo, in buona fede, alle bugie che le avevano raccontato, e aggiungeva che tale discordanza poteva mettere nei guai il padre. Cosima innervosita di ciò ribadiva che “lei così sapeva e non che stava fuori”, cioè che Michele si trovava in casa e non fuori quando Sabrina gli chiedeva se era arrivata Sarah.

Gli inquirenti, che dicono di avere “una montagna di prove” a riguardo, hanno le idee abbastanza chiare di come sarebbero andate le cose quel 26 agosto: Cosima avrebbe costretto Sarah con la forza ad andare a casa Misseri, lì sarebbe iniziata una violenta discussione tra Sabrina e la cugina. Sabrina le rinfacciava di aver attratto il suo pseudo-fidanzato. In quel momento, secondo gli inquirenti, zio Michele stava dormendo in una brandina in cucina. Svegliato dal litigio, se ne sarebbe andato in garage. All’interno della casa, nel frattempo, si sarebbe consumato il delitto. Sabrina, erosa dalla gelosia, avrebbe stretto la cintura al collo di Sarah per due interminabili minuti. Il tutto spalleggiata, se non aiutata dalla madre Cosima. Una volta uccisa Sarah, e solo a quel punto, Cosima e Sabrina sarebbero scese in garage e avrebbero “ordinato” a Michele di disfarsi del corpo.

Lui, che ora è stato scarcerato, continua ad addossarsi ogni colpa ma i pm non gli credono e pensano anzi che quelli di zio Michele siano tentativi di depistaggio. “Per noi le parole di Misseri valgono zero – dicono dalla Procura di Taranto – Ha ritirato fuori anche la corda. Ma la bambina ce l’aveva stampata sul collo la cintura con cui è stata strangolata. Sottile. Da donna”.