San Cesario di Lecce, omicidio bodyguard Gianfranco Zuccaro: arrestato Lorenzo Arseni

Pubblicato il 11 Agosto 2013 - 20:29 OLTRE 6 MESI FA
San Cesario di Lecce, omicidio bodyguard Gianfranco Zuccaro: arrestato Lorenzo Arseni

San Cesario di Lecce, omicidio bodyguard Gianfranco Zuccaro: arrestato Lorenzo Arseni

LECCE – E’ finita dopo poco più di un mese la latitanza di Lorenzo Arseni, 43enne di San Cesario di Lecce, ritenuto responsabile dell‘omicidio di Gianfranco Zuccaro, bodyguard di 36 anni assassinato il 7 luglio nella piazza di San Cesario. Arseni è stato arrestato a Lendinuso (in provincia di Brindisi) nel tardo pomeriggio di venerdì 9 agosto dai carabinieri del Reparto operativo di Lecce, che lo cercavano dal giorno del delitto, essendo stato ripreso dalle videocamere di una pasticceria mentre sparava due colpi di pistola contro Zuccaro.

I particolari dell’operazione che ha portato all’individuazione del latitante sono stati illustrati dal procuratore aggiunto di Lecce, Antonio De Donno, dal pm Roberta Licci e dal comandante del Nucleo investigativo, capitano Biagio Marro. Il killer è stato individuato dai militari nel corso di un servizio di appostamento sulla spiaggia, durante il quale erano stati visti la moglie e il figlio di 6 anni, che lo accompagnavano dal giorno dell’omicidio.

Seguendo i familiari, gli investigatori sono arrivati a una villetta di via Pesce Rondine a Lendinuso, nella quale hanno trovato Arseni, solo e disarmato, che non ha opposto resistenza all’arresto. Nel corso della perquisizione nell’abitazione è stato trovato e sequestrato un telefono cellulare, sul quale sono in corso accertamenti per scoprire a chi fosse intestata la scheda utilizzata.

Le indagini proseguono inoltre con l’obiettivo di individuare il proprietario dell’abitazione di Lendinuso, per capire se fosse a conoscenza dell’identità dell’uomo che vi era ospitato e anche da quanto tempo Arseni si trovasse lì.

Gianfranco Zuccaro fu assassinato il 7 luglio alle 9, dopo avere preso il caffè insieme ad Arseni in una pasticceria nella piazza centrale di San Cesario. Oggi 11 agosto sono state diffuse le immagini del suo omicidio riprese dalla telecamera di sorveglianza di una vicina pasticceria (per vederle clicca qui).

“Uccidendo Gianfranco Zuccaro, Lorenzo Arseni voleva dimostrare alla comunità locale di San Cesario di Lecce la sua forza intimidatrice”: lo ha spiegato il procuratore aggiunto di Lecce, Antonio De Donno, nel corso della conferenza stampa con cui sono stati illustrati i risultati dell’operazione che ha portato all’arresto di Arseni, dopo oltre un mese di latitanza. Per l’omicidio di Zuccaro, avvenuto il 7 luglio a San Cesario di Lecce, viene contestato ad Arseni il reato di omicidio aggravato dalle modalità mafiose, “per avere agito in pieno giorno, a viso scoperto, con sfrontatezza, nella piazza principale di un piccolo centro, ben consapevole dell’intimidazione che tale gesto avrebbe comportato sull’intera collettività e della condizione di omertà che ne sarebbe conseguita”, come è scritto nell’ordinanza del gip Cinzia Vergine, con cui e’ stata disposta l’applicazione della custodia cautelare in carcere, su richiesta dei pm Antonio De Donno e Roberta Licci.

A sostegno dell’interpretazione “mafiosa” del delitto, gli inquirenti hanno portato anche l’evidenza di due intimidazioni che la vittima – titolare di un’agenzia che effettua servizi di sicurezza nei locali notturni – aveva subito nei mesi antecedenti al delitto, con l’incendio del portone di casa e gli spari contro l’abitazione. Episodi che – ha spiegato il procuratore De Donno – avevano indotto Zuccaro, probabilmente in attesa di altre ritorsioni, a cercare di prendere contromisure, dotandosi di una pistola calibro 9 e di una mitraglietta Skorpion, che sono state trovate nel suo appartamento. Gli investigatori proseguono comunque le indagini per stabilire con maggiore precisione il movente dell’omicidio, che sarebbe maturato a causa di richieste che sarebbero state fatte al bodyguard in merito alla sua attività  professionale.

Si lavora anche per individuare le persone, oltre alla moglie non imputabile, che avrebbero favorito Arseni nel corso della latitanza.