Sarah Scazzi, “Sabrina resti in carcere”: attesa per le motivazioni del giudice

Pubblicato il 21 Novembre 2010 - 18:46 OLTRE 6 MESI FA

Erano attese per giovedì, scaduto il termine canonico di cinque giorni dalla decisione che però non è perentorio. Invece saranno depositate domani, tre giorni dopo, le motivazioni con le quali il tribunale del Riesame di Taranto ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa per far scarcerare Sabrina Misseri. Motivazioni che arriveranno a 48 ore di distanza dall’incidente probatorio in carcere nel quale Michele Misseri, papà di Sabrina, ha ribadito l’accusa nei confronti della figlia di aver ucciso nel garage della loro casa, il 26 agosto scorso, la cugina quindicenne Sarah Scazzi.

E’ un documento atteso, per motivi opposti, sia dalla Procura sia dal collegio difensivo. La Procura, dopo aver incardinato nell’incidente probatorio le dichiarazioni di Michele che in ogni caso ha confermato la chiamata in reità della figlia per il delitto fatta nell’interrogatorio del 5 novembre, dovrà valutare in quelle motivazioni quanto sia ritenuto solido l’impianto accusatorio, anche in vista di un eventuale riformulazione dei capi d’imputazione per i due indagati.

Attualmente a Michele Misseri vengono contestati i reati di omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere e violenza sessuale; alla figlia Sabrina quelli di sequestro di persona e concorso in omicidio. Ma nell’incidente probatorio di venerdì scorso Michele Misseri non solo ha ribadito che a strangolare Sarah sarebbe stata Sabrina, ma anche ritrattato il vilipendio del cadavere e le molestie sessuali ai danni della nipote quando la ragazzina era ancora in vita.

”Mi dovevo caricare tutta la colpa – avrebbe detto Michele venerdì – e dovevo far sembrare la cosa più credibile”, spiegando così perché all’inizio dlel’inchiesta si era addossato quasi tutte le responsabilità. E oggi l’avvocato Daniele Galoppa, difensore d’ufficio di Michele, ha rivelato che il suo assistito gli aveva riferito già prima dell’interrogatorio del 5 novembre di non aver abusato del cadavere né di aver molestato la nipote.

Per il collegio difensivo di Sabrina, che nelle ultime ore ha vissuto momenti turbolenti con revoche di mandati che hanno sorpreso tutti e dichiarazioni al veleno con strascichi ormai scontati al consiglio dell’Ordine degli avvocati di Taranto, le motivazioni del rigetto dell’istanza di scarcerazione di Sabrina dovranno servire da base per il probabile ricorso dinanzi alla Corte di Cassazione.

E poiché il tribunale del Riesame, prima di decidere, ha tenuto due udienze la seconda delle quali è durata sette ore con il rigetto di una ventina di eccezioni difensive, è prevedibile che domani venga depositato un documento corposo. Nel frattempo gli inquirenti non staranno in questi giorni con le mani in mano. Probabile che in settimana ci sia una riunione collegiale per fare il punto dell’inchiesta, mentre non sono escluse audizioni di testimoni per cercare di far luce su tutti gli aspetti, anche quelli ritenuti secondari, di un caso di cronaca e giudiziario che continua a tenere banco anche sul fronte mediatico.