Sardegna. La signora che costruì sul fiume: “Risarcitemi”. Olbia, 21 condoni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Novembre 2013 - 12:49 OLTRE 6 MESI FA
Sardegna. La signora che costruì sul fiume: "Risarcitemi". Olbia, 21 condoni

Sardegna. La signora che costruì sul fiume: “Risarcitemi”. Olbia, 21 condoni

ROMA – Sardegna. La signora che costruì sul fiume: “Risarcitemi”. Olbia, 21 condoni. In Via Lazio, ad Olbia, è venuto giù tutto, la marea d’acqua ha distrutto tutto quello che incontrava al suo passaggio. E’ qui, fra i detriti e le macerie, che si aggirava ieri il sindaco Gianni Giovannelli quando una signora gli ha urlato contro con rabbia: “Adesso chi li paga questi danni?” Giovannelli le ha risposto con calma che proprio lì dove c’era la sua casa esisteva da sempre un alveo del fiume, non era il caso di avanzare richieste. “Certo che avanzo, siete voi che non mi avete impedito di costruire” è stata la replica immediata della signora.

L’episodio (Corriere della Sera) uno dei tanti nelle cronache sul disastro sardo, racconta meglio di ogni altra considerazione sull’impatto ambientale della speculazione edilizia, la generale dissociazione mentale di chi pretende risarcimenti anche quando è responsabile di palesi violazioni delle regole, delle leggi. Tanto poi c’è sempre una sanatoria, un condono all’orizzonte. Proprio come a Olbia. Spiega Ivana Russo della Protezione Civile: “Abbiamo le mani legate perché la gente ha pagato gli oneri di urbanizzazione e ora è a posto per la legge. Nonostante le case siano costruite a 15 metri dai canali, sopra i letti dei fiumi, in punti dove sono secoli che esondano i torrenti, sono in regola. Per noi, che si allaghi tutto in caso di pioggia, è ordinaria amministrazione”.

Solo ad Olbia in meno di 40 anni ci sono stati 21 “piani di risanamento”, eufemismo drammatico viste le conseguenze, in pratica 21 sanatorie. L’intera città è stata costruita abusivamente, l’antico borgo marinaro doveva diventare una piccola metropoli turistica. Più del ciclone Cleopatra, poté l’amministrazione Nizzi, il sindaco scelto da Berlusconi nel ’97, uno dei tanti medici promossi politici (il suo primo incarico fu una visita a Villa Certosa per curare Mamma Rosa).  Un vero e proprio “cementificatore”, del resto in  linea con il trend italiano. Sergio Rizzo riporta sul Corriere della Sera le conclusioni di uno studio di Legambiente sulla crescita indiscriminata nel nostro Paese nel consumo di suolo.

Nel 2011 il 7,6% del territorio italiano non era più naturale: parliamo di una superficie superiore a quella dell’intera Toscana. Si tratta di una percentuale nettamente superiore a quella della media europea (4,3%) e della stessa Germania (6,8%), Paese pressoché interamente pianeggiante (mentre un terzo del territorio italiano è montuoso) e con una densità abitativa superiore di circa il 15 per cento alla nostra. Ancora. Nel 2007 a Napoli e Milano il 62% del suolo comunale era impermeabilizzato. A Roma, nei 15 anni fra il 1993 e il 2008, ben 4.800 ettari di terreno agricolo sono stati resi edificabili e occupati da abitazioni inutili. Nel 2009 si contavano nella capitale 245.142 abitazioni vuote: record nazionale assoluto. Ma al secondo posto c’era Cosenza con 165.398 case vuote, numero superiore di quasi due volte e mezzo a quello degli abitanti della città.