Scuola. Compiti in classe ai genitori sì, registro no: lo ordina il Tar

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Ottobre 2014 - 16:33 OLTRE 6 MESI FA
Scuola. Compiti in classe ai genitori sì, registro no: lo ordina il Tar

Scuola. Compiti in classe ai genitori sì, registro no: lo ordina il Tar

ROMA – I compiti in classe sì. Il registro di classe no. Tar interviene, perché ricorso lo prevedeva, anche su quanto accade nelle classi. E stabilisce che in caso di richiesta i genitori hanno il diritto di visionare i compiti in classe dei propri figli per controllare il loro rendimento scolastico; possono verificare anche le correzioni fatte e, di fronte a ottimi voti, vedere se e come il docente di turno ha corretto i compiti. A stabilirlo – come rende noto il portale Skuola.net – è una sentenza del Tar della Puglia (n.2597 del 20.10.2014).

Il tribunale di Lecce ha imposto infatti alla segreteria scolastica  “l’esibizione degli elaborati, affinché il genitore potesse avere piena cognizione di gusti, aspettative e orientamenti culturali che si andavano acquisendo e sviluppando. L’ambiente della scuola partecipa alla crescita e alla maturazione dell’individuo, captando le aspettative di vita che, spesso, sfuggono a un dibattito in ambito strettamente familiare”. Il ragazzo deve essere comunque informato della richiesta dei genitori. Ovviamente il problema si pone esclusivamente per gli studenti minorenni: sui maggiorenni non è prevista la supervisione di mamma e papà.

Resta invece blindato il registro di classe: i genitori infatti, stando alla sentenza n. 6266/2004 del Tar della Toscana, non possono accedere ai voti degli altri studenti, compagni di classe del figlio. Neanche per valutare un’eventuale discriminazione sull’alunno in termini di valutazione, paragonando i risultati con quelli della classe. Possono quindi leggere solo il foglio relativo al proprio figlio. Per capire meglio il veto posto sui registri di classe, può essere utile conoscere anche la sentenza n. 6450/2008 del Tar del Lazio che riguarda invece gli elaborati prodotti dai candidati a un concorso.

In quel caso si tratta di materiale interamente a disposizione di eventuali verifiche, per cui il diritto di accesso è garantito. Anche perché i candidati a un concorso accettano implicitamente di essere messi in competizione gli uni con gli altri, cosa che non accade, ad esempio, tra alunni della stessa classe. Per questo sarebbe inutile controllare i voti del compagno di banco.