Scuole aperte anche in zona rossa dopo Pasqua: ipotesi modifica Dpcm, in classe non ci si contagia di più

di Alberto Francavilla
Pubblicato il 23 Marzo 2021 - 08:06 OLTRE 6 MESI FA
Scuole aperte anche in zona rossa dopo Pasqua: ipotesi modifica Dpcm, in classe non ci si contagia di più

Scuole aperte anche in zona rossa dopo Pasqua: ipotesi modifica Dpcm, in classe non ci si contagia di più (Foto d’archivio Ansa)

Scuole aperte anche in zona rossa dopo Pasqua. E’ questa l’ipotesi su cui sta lavorando il governo Draghi. Una modifica alle regole dell’attuale Dpcm. Che prevede, appunto, la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado anche in zona rossa.

Anche le scuole d’infanzia (nidi e materne), che con Conte erano rimaste aperte in zona rossa. Cioè quella fascia di età che non prevede la didattica a distanza (i bambini sono troppo piccoli). Quella fascia di età che costringe i genitori a rimanere a casa o a trovare delle soluzioni acrobatiche per poter lavorare (anche in Dad). Perché non tutti possono permettersi una baby-sitter o hanno i nonni vicini.

Senza considerare quanto sia devastante per i bambini la perdita della socialità. E le soluzioni d’emergenza spesso sono la classica toppa peggio del buco. Aree giochi strapiene e bambini che si alternano nelle varie case private. Così il tracciamento va a farsi benedire: troppi contatti con sconosciuti o con persone che non fanno parte della solita cerchia ristretta. Ma le scuole chiuse non dovevano servire a ridurre il contagio?

Senza considerare che gli studi più recenti pare abbiano smentito (o perlomeno ridotto come portata) l’equazione scuole aperte uguale più contagi.

Scuole aperte anche in zona rossa dopo Pasqua: modifica al Dpcm?

Riportare gli alunni più piccoli a scuola subito dopo Pasqua anche in zona rossa, modificando quanto previsto dall’attuale Dpcm. Eì una ipotesi a cui diverse forze politiche cominciano a guardare.

Con l’Italia ancora in gran parte ‘rossa‘, rimangono chiusi gli istituti scolastici per la gran parte degli studenti italiani. Ma intanto parlamentari di diversi schieramenti, complici anche alcuni studi (ad esempio quello pubblicato su dati Miur incrociati con quelli delle Ats e della Protezione civile, secondo il quale non c’è correlazione tra lezione in presenza e crescita dei contagi), le proteste di piazza di questi giorni e la consapevolezza del peso che stanno sostenendo le famiglie, premono per ripensare alle chiusure almeno delle scuole dei più piccoli.

I politici che vogliono riaprire le scuole in zona rossa

Oggi è stata la ministra della Famiglia, Elena Bonetti, a dire a chiare lettere di ritenere che dopo Pasqua anche nelle zone rosse, “complice l’aumento delle vaccinazioni”, bisogna “rivalutare la possibilità di riaprire la scuola dell’infanzia e almeno la primaria”. Sulla stessa linea la presidente della Commissione Infanzia Licia Ronzulli (FI).

Il Pd, con Paolo Lattanzio e Flavia Piccoli Nardelli, componenti della Commissione Istruzione della Camera, dicono di constatare “con preoccupazione che da qualche settimana, oltre agli altri istituti serrati fin dalla prima fase della pandemia, sono chiusi anche asili e scuole dell’infanzia. Crediamo sia importante diversificare le prossime e necessarie aperture non solo per zone e colori ma anche per fasce d’età, valutando con attenzione se anche nelle zone rosse sia possibile procedere con l’attività almeno di asili nido, scuole d’infanzia e primarie”.

Sul fronte opposto Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di FdI chiede che il Governo Draghi lavori per riaprire le scuole in presenza. Scende in campo la stessa Giorgia Meloni la quale dice che Fratelli d’Italia “è al fianco dei genitori, dei ragazzi e degli insegnanti che sono scesi in piazza in tutta Italia per protestare contro la didattica a distanza e chiedere di riaprire asili e scuole”.

Il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso (Lega) chiede che il mondo della scienza operi una sintesi sul contagio nelle scuole e poi fornisca le indicazioni necessarie alla politica, “per prendere decisioni rapide ed efficaci”.

Scuole aperte: le richieste dei presidi

I presidi del Lazio con Cristina Costarelli, vicepresidente Anp, chiedono di rompere gli indugi. Ma prevedere anche tamponi obbligatori per gli studenti. Anche i Cinque Stelle con il capogruppo in Commissione Cultura a Montecitorio Gianluca Vacca tornano a chiedere al Governo che almeno gli alunni di asili nido, scuole dell’infanzia ed elementari tornino subito in classe, e che si lavori per riportare tra i banchi anche tutti gli altri il prima possibile. Di medesima opinione Noi con l’Italia, Leu e Iv.