Secondo giorno a Rosarno: è quasi coprifuoco

Pubblicato il 8 Gennaio 2010 - 17:47 OLTRE 6 MESI FA

Al secondo giorno a Rosarno è quasi coprifuoco: arresti, assalti e blocchi stradali.

Nuovi scontri.Due immigrati nel pomeriggio sono stati gambizzati da ignoti, due sono stati feriti in serata da spranghe e bastoni. Almeno cinque altri immigrati sono rimasti invece feriti in modo non grave dopo essere stati investiti da auto guidate da cittadini italiani a Rosarno.

Ulteriori momenti di tensione si sono vissuti, in serata, in località Bosco di Rosarno quando alcuni abitanti della zona hanno cercato di avvicinarsi e accerchiare la struttura ex Esac dove sono accampate centinaia di immigrati e cercando di arrivare allo scontro con loro.

Ne è scaturita una fitta sassaiola. La situazione è tornata alla normalità per l’intervento della polizia che presidia la zona e che ha evitato il contatto tra i due gruppi.

Più polizia a controllare. Intanto su disposizione del capo della Polizia, Antonio Manganelli un «consistente contingente di uomini delle forze di polizia, per assicurare il miglior controllo del territorio e garantire serenità a tutta la popolazione presente».

La decisione è stata presa di concerto con il ministro dell’Interno Roberto Maroni e con il comandante Generale dell’ Arma dei Carabinieri, generale Leonardo Gallitelli. Insieme al contingente il vice questore vicario della Questura di Reggio Calabria, Salvatore La Porta.

Due extracomunitari gambizzati in una sparatoria. I primi due, colpiti nella sparatoria, sono stati feriti da pistola ad aria compressa. La sparatoria è avvenuta nei pressi della fabbrica Rognetta, ricovero abituale degli extracomunitari, tra Rosarno e Laureana di Borrello, nella stessa zona dove era stato colpito giovedì pomeriggio l’extracomunitario il cui ferimento ha dato il via alle manifestazioni di protesta degli immigrati.

Due feriti a sprangate. Il ferimento degli altri due è avvenuto durante scontri sulla Statale 18 tra Rosarno e Gioia Tauro, tra immigrati e popolazione di Rosarno.

Uno dei due extracominitari feriti a colpi di spranga sulla statale 18 è in gravi condizioni, sottoposto ad intervento chirurgico e ricoverato ora, in codice rosso, in neurochirurgia a Reggio Calabria. Grave anche un altro extracomunitario ferito a colpi di spranghe mentre il Prefetto ha confermato che gli ultimi feriti stasera a colpi di arma da fuoco caricati a pallini non destano preoccupazioni.

Bilancio. Il primo provvisorio bilancio, fornito dal prefetto di Reggio Calabria, Luigi Varratta, è di 37 feriti: 19 extracomunitari e 18 uomini delle forze dell’ordine. Sale a sette il numero di immigrati arrestati dalle Forze dell’ordine con l’accusa di devastazione, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.  Il prefetto Varratta invita a non alimentare la tensione, rivolgendosi agli abitanti e pregandoli di aiutare le autorità a “rasserenare il clima”.

Barricata. Clima che invece pare essere ancora molto agitato. Nel tardo pomeriggio un centinaio di abitanti, armati di bastoni e spranghe di ferro, ha, come detto, tirato su una barricata sulla statale 18 all’altezza del km 474, a poche centinaia di metri dai locali dell’ex Opera Sila dove si trovano molti degli stranieri che la scorsa notte hanno dato vita agli scontri.

In un primo momento gli immigrati si sono chiusi dentro i locali dell’ex Opera Sila – una struttura fatiscente in mezzo al nulla di una zona industriale mai decollata. Poi due di loro sono stati presi a sprangate. Il blocco dei cittadini sembra tutt’altro che pacifico: quasi tutti hanno bastoni, stecche da biliardo, spranghe di ferro e mazze. E tra loro sono circolate anche alcune taniche di benzina.

Già nel primo pomeriggio, una delegazione di cittadini aveva occupato il Municipio. Nella marcia di avvicinamento all’edificio, gli abitanti di Rosarno erano venuti a stretto contatto con un gruppo di extracomunitari, anche se la presenza dei militari ha evitato che gli slogan e i sassi lanciati degenerassero in un aperto scontro.

Le richieste dei rappresentanti della cittadinanza sono chiare: se gli immigrati non hanno lavoro, se sono qui per protestare e creare disordini, devono andarsene. La controprotesta si è allargata anche alla strada statale tirrenica, occupata con dei blocchi che stanno creando proprio in questi minuti code all’ingresso del centro calabrese. Sempre nel pomeriggio, è stato denunciato a piede libero l’uomo che questa mattina ha sparato alcuni colpi di fucile in aria a scopo intimidatorio durante il passaggio di un gruppo di immigrati davanti alla sua abitazione.

Intanto, al termine di una riunione al Viminale è stata costituita una task force dai ministeri dell’Interno e del Welfare e dalla Regione Calabria con il compito di «affrontare la questione non solo dal punto di vista dell’ordine pubblico, ma anche per quanto riguarda gli aspetti legati allo sfruttamento del lavoro nero e all’assistenza sanitaria». Il pericolo sono ora anche le ronde spontanee, che si stanno organizzando per volontà di alcuni gruppi di giovani: «Difendiamo la nostra città e le nostre case. Siamo a caccia degli africani: se vogliono lavorare restino, ma se non c’è lavoro, devono andare via».

Trasferimento per 200 immigrati. Duecento immigranti coinvolti negli scontri di Rosarno potrebbero a questo punto essere trasferiti nel Centro di prima accoglienza (Cpa) di Crotone. Secondo quanto si apprende la Prefettura di Reggio Calabria avrebbe allertato le Misericordie (che gestiscono il Cpa di Crotone) per sollecitare una disponibilità in tal senso. Le Misericordie, sempre secondo quanto si è appreso, hanno risposto positivamente, dando la propria disponibilità.