Smaltimento percolato: chiesto rinvio giudizio per Pansa, Bassolino e Bertolaso

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Dicembre 2013 - 21:53 OLTRE 6 MESI FA
Antonio Bassolino, ex presidente della Campania (LaPresse)

Antonio Bassolino, ex presidente della Campania (LaPresse)

NAPOLI – Tonnellate di percolato finite in mare perché smaltite in depuratori obsoleti e mal funzionanti, che non erano in grado di trattare i liquami prodotti nelle discariche e negli impianti di cdr: la Procura di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per 39 persone e 10 aziende con accuse che vanno dall’associazione a delinquere al traffico di rifiuti.

Tra gli imputati molti nomi eccellenti, dal capo della polizia Alessandro Pansa all’ex governatore Antonio Bassolino, dall’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso al prefetto Corrado Catenacci. Ad accomunarli è la carica di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, che tutti hanno rivestito negli anni scorsi. Il procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso e i sostituti Ida Teresi e Pasquale Ucci, tuttavia, distinguono le posizioni. A trenta imputati, tra cui Bassolino e Catenacci, contestano anche l’associazione a delinquere. Viceversa Pansa, Bertolaso e l’ex vice di quest’ultimo Marta Di Gennaro sono accusati solo di traffico di rifiuti. La richiesta di rinvio a giudizio, che si articola in 99 pagine, è stata depositata nei giorni scorsi all’ufficio gip; presto sarà fissata la data dell’udienza preliminare. Bassolino e Catenacci, scrivono i pm, hanno adottato comportamenti “funzionali a creare un’apparente situazione di legittimità per lo smaltimento del percolato, continuando a richiedere e ad assicurarsi” che l’attività “proseguisse senza interruzioni, omettendo ogni dovere di controllo e conseguente intervento sulla gestione degli impianti di depurazione che ricevevano il percolato”.

Pansa, invece, era colui che “teneva riunioni e impartiva direttive in ordine alla prosecuzione delle attività di smaltimento nei depuratori regionali pur in presenza della assoluta inidoneità tecnica degli stessi, circostanza a lui nota, e dell’altissimo livello inquinante del COD del percolato conferito”. In questo modo sarebbe stato inquinato tutto il litorale campano, dall’alto Casertano fino al Cilento. Il capo della Polizia, attraverso il suo legale Filippo Dinacci, esprime “fiducia nella magistratura tutta e in particolare nella Procura di Napoli”, “certo di poter chiarire tutto”.

L’inchiesta sullo smaltimento del percolato nasce da quella sulle presunte irregolarità nella gestione dei rifiuti in Campania, che si è conclusa lo scorso novembre con l’assoluzione con formula ampia di tutti gli imputati, tra i quali figurava Antonio Bassolino. Per questo motivo, in una nota, anche l’ex governatore esprime fiducia nella magistratura e si dice “convinto che sarà riconosciuta, mi auguro fin dall’udienza presso il gip, la mia completa estraneità ai fatti contestati, così come è di recente avvenuto nel processo sui rifiuti”.

Proprio perché la vicenda del percolato è strettamente legata alla gestione del ciclo dei rifiuti, molti si aspettavano che, prima di chiedere il processo, i pm attendessero di leggere le motivazioni della sentenza di assoluzione. La Procura invece ha ritenuto di avere elementi sufficienti per sostenere l’accusa.