Soia biologica “taroccata”dall’Europa dell’Est all’Italia: maxi sequestro

Pubblicato il 14 Giugno 2012 - 08:08 OLTRE 6 MESI FA

RAVENNA – Falsa soia biologica proveniente dall’Est Europa e venduta in Italia nonostante avesse il doppio degli organismi geneticamente modificati rispetto al limite consentito. La Guardia di finanza di Ravenna ha scoperto una maxi frode nel settore agroalimentare. Sono una dozzina le persone indagate dalla Procura di Ravenna nell’ambito dell’inchiesta della guardia di finanza che ha portato al maxi sequestro di falsa soia biologica. L’accusa nei loro confronti, secondo quanto si apprende in ambienti giudiziari, e’ di frode in commercio e truffa.    I sequestri, compiuti in tutta Italia, si sono concentrati in particolare presso grossisti di Veneto e Lombardia. L’inchiesta e’ ancora in corso e il numero degli indagati per il traffico dall’Est Europa, e in particolare dalla Romania, di soia contaminata potrebbe aumentare ancora.

Sequestrate oltre 1.700 tonnellate di soia contaminata: 500 tonnellate nel porto di Ravenna, altre 1.200 presso grossisti di diverse citta’ italiane. L’operazione della Guardia di finanza di Ravenna e’ partita da un’analoga attivita’ delle Fiamme gialle di Verona, che nello scorso dicembre avevano smascherato una maxi fronte nel settore agroalimentare. Lo scambio di informazioni tra i due comandi ha consentito ai militari di Ravenna di attuare specifici controlli nel settore del biologico, sul quale da qualche anno si concentrano ingenti capitali. La soia contaminata, una volta arrivata al porto di Ravenna dall’est Europa, era accompagnata da false certificazioni che ne attestavano la purezza e la qualita’, traendo cosi’ in inganno i consumatori circa le caratteristiche del prodotto.

Dai risultati delle analisi effettuate dai finanzieri con l’ausilio dell’azienda sanitaria locale, emergeva infatti una presenza di organismi geneticamente modificati superiore di quasi il doppio della soglia limite rispetto a quella consentita dalla vigente normativa europea. Sono cosi’ scattati i sequestri, che hanno impedito l’immissione sul mercato alimentare di cereali che di biologico avevano in realta’ soltanto il prezzo.

”Di fronte al ripetersi di frodi che riguardano l’importazione di prodotti falsamente biologici, e’ necessario introdurre al piu’ presto il marchio per il biologico italiano”. Lo afferma Coldiretti, che in una nota esprime apprezzamento per ”l’importante operazione” della guardia di finanza che ha scoperto l’importazione di falsa soia biologica geneticamente modificata. Secondo Coldiretti, occorre ”rendere facilmente riconoscibile la produzione ottenuta con materia prima e standard nazionali, per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli sulla reale origine del prodotto acquistato”.

Nel frattempo, il consiglio di Coldiretti e’ quello di ”acquistare i prodotti biologici direttamente nelle aziende, nelle botteghe e nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, che garantiscono l’origine nazionale degli alimenti in vendita”. Coldiretti ricorda infine che negli ultimi dieci anni il fatturato dei prodotti biologici e’ triplicato, passando da meno di un miliardo di euro del 2000 agli oltre tre miliardi attuali, con un aumento annuale degli acquisti del 9%.