Terremoto bis, ma sarà finita? Si teme uno sciame sismico

Pubblicato il 27 Gennaio 2012 - 18:33 OLTRE 6 MESI FA

PARMA – I muri hanno tremato, ancora una volta, neppure tre giorni dopo la scossa di mercoledì 25 gennaio. Il Nord Italia tutto è tornato a scuotersi, e i suoi abitanti si chiedono se continuerà a farlo.

Al momento non si segnalano danni, ma ora la paura è del “non c’è due senza tre”, anche perché la scossa di venerdì 27 è stata ancora più forte di quella di mercoledì: 5.4 gradi della scala Richter, mentre la precedente si era fermata a 4.9. Una scossa comunque forte già di suo, seguita da altre scosse di assestamento di intensità minore.

Così quella di venerdì è arrivata inaspettata, ma temuta. Se mercoledì alcuni non hanno pensato subito che si trattasse di un terremoto, venerdì questo è stato il primo pensiero di tutti. Timori che hanno unito tutti gli italiani del Nord, dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia.

Dalla Protezione Civile fanno sapere che si tratta di due eventi sismici differenti, ma quello che gli italiani del Nord sanno è che in questi giorni le scosse continuano, più o meno forti. Il pensiero torna all’Aquila, e nella notizia di una scuola di Garbagnate Milanese con i muri crepati il pensiero corre alla Casa dello Studente dell’Aquila.

L’unico collegamento tra i due terremoti di mercoledì e di venerdì è che sono stati provocati dal movimento della placca Adriatica. Dall’Istituto di geofisica e vulcanologia spiegano che a Nord-Est la placca Adriatica spinge verso l’Europa e in questo movimento scorre sotto le Alpi, generando terremoti nella zona di Verona e poi verso il Friuli e le Prealpi. Scendendo in direzione Sud, invece, si piega gradualmente sotto l’Appennino, inarcandosi. E’ stato questo movimento a generare il terremoto nel Reggiano, in un’area più vicina alla pianura e con una pericolosità sismica classificata come medio-bassa, così come venerdì ha colpito un’area più vicina ai rilievi e classificata con una pericolosità medio-alta.

La placca Adriatica colpisce sia in Pianura Padana sia nelle Prealpi Venete, ma in una mappa ufficiale della Protezione Civile usata per costruire gli edifici antisismici il rischio viene indicato come “medio-basso”. Ma in quella zona c’è stato il terremoto superiore a 5 gradi, e quindi definibile forte.

Dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia fanno sapere che “C’è una sequenza in atto in Emilia Romagna e ulteriori scosse sono normali. Di solito la scossa avviene a 20-30 chilometri di profondità ma crea più danni per le cose e le persone. Il terremoto è dovuto al sottoscorrimento degli Appennini. Siamo in presenza di uno sciame sismico nell’Appennino emiliano, “ed è possibile che ci siano altre scosse dopo quella di oggi, anche più forti”.

La scossa di magnitudo 5.4 di venerdì, dicono all’Ingv, “è  stato un terremoto particolarmente profondo molto più della media della zona che è di 25-30 chilometri e questo ha sicuramente attutito l’effetto. Ricordiamo che all’Aquila la profondità fu di appena 7 chilometri. La magnitudo è elevata, ma in questa zona sono possibili magnitudo anche più forti, fino a 6 gradi Richter. E vista la frequenza elevata con cui registriamo scosse nella zona è possibile che ce ne siano altre”.