Torino. Uccide moglie con 50 coltellate, arrestato

Pubblicato il 13 Maggio 2010 - 18:17 OLTRE 6 MESI FA

E’ stato convalidato oggi in tribunale a Torino l’arresto di Giampiero Prato, l’uomo di 38 anni che martedì ha ucciso con oltre 50 coltellate la moglie Cristina Rolle, 33 anni, davanti agli occhi dell’assistente sociale che li stava seguendo per la separazione. L’uomo, difeso dall’avvocato Giacomo Francini, pur dichiarando di voler rispondere alle domande del pubblico ministero Andrea Bascheri, non ha proferito parola in quanto in stato catatonico.

Domani l’avvocato Francini depositerà la richiesta di perizia psichiatrica urgente nei confronti del suo cliente in quanto è “incapace di comparire in giudizio”, ha detto il legale. Prato, infatti, ha saltato quasi tutti i pasti che gli sono stati serviti in carcere. Dorme molto, non ha mai pianto ed è sorvegliato per 24 ore al giorno in quanto si teme che possa suicidarsi. Le sole parole che ha pronunciato sono state di richiesta di informazioni sulle condizioni del padre gravemente ammalato.

Un lungo coltello da macellaio, con venti centimetri di lama. E’ questa l’arma con cui Prato, ha ucciso la moglie. Un delitto compiuto infierendo sul corpo della donna con decine di coltellate: una cinquantina, secondo un primo esame del medico legale, trenta delle quali mortali.

L’omicidio è avvenuto a Collegno, nel Torinese, all’interno degli uffici del Cisap, il Consorzio intercomunale dei Servizi alla persona. L’assassino, un uomo di 38 anni, è stato fermato poco dopo dai carabinieri.

Prato ha agito con estrema freddezza, estraendo il coltello dalla borsa e colpendo a raffica la moglie, caduta a terra in una pozza di sangue. Subito dopo è uscito dalla stanza, come se nulla fosse, e ha aspettato l’arrivo dei carabinieri che lo hanno arrestato. I soccorsi alla donna sono stati inutili.

La coppia aveva due bambine e l’uomo, un perito informatico, era in cura presso i servizi psichiatrici. La vittima abitava a Collegno, mentre l’uomo, invece, a Grugliasco, altra cittadina della cintura torinese. Secondo le prime informazioni non c’erano problemi gravi in famiglia, fatta eccezione del rifiuto delle bambine di incontrare il padre a casa dei nonni paterni. Secondo quanto testimoniato dagli assistenti sociali, l’uomo imputava alla moglie la colpa di influenzare le figlie con giudizi negativi sui genitori del marito. Niente, però, lasciava immaginare che l’uomo potesse compiere un tale gesto.