Treni regionali soppressi per conti e debiti? Il Piemonte ha già cominciato

Pubblicato il 17 Giugno 2012 - 06:14 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Nel 2013 se non ci saranno soldi a bilancio non faremo il servizio regionale”. Questo annuncio fatto da Mauro Moretti, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, pochi giorni fa, è sembrato in un primo momento una minaccia più che qualcosa di concreto. Impensabile perchè in Italia i pendolari del servizio regionale sono quasi tre milioni. E invece no. In Piemonte, quello che sembrava essere un qualcosa di impensabile è improvvisamente diventato realtà.

Nel tagliare i fondi al trasporto pubblico locale la Regione Piemonte, guidata dal leghista Roberto Cota, d’intesa con Trenitalia, ha infatti deciso di interrompere l’esercizio ferroviario di ben 12 linee. A partire da oggi, domenica 17 giugno 2012. Le linee sono Alba-Asti, Alba-Alessandria, Asti-Casale-Mortara, Cuneo-Mondovì,Cuneo-Saluzzo-Savigliano, Novi-Tortona, Alessandria-Ovada, Casale-Vercelli, Santhià-Arona, Pinerolo-Torre Pellice, Chivasso-Asti, Ceva-Ormea. Sono linee che appartengono alla storia d’Italia, inaugurate tra la fine dell’ 800 e i primi anni del 900, quando gli abitanti erano molto inferiori a quelli attuali, ma era ovviamente molto più basso il tasso di motorizzazione privata.

La motivazione ufficiale è che le linee erano ormai largamente sotto-utilizzate e che lo squilibrio tra costi d’esercizio e ricavi era ormai al di sopra di ogni sostenibilità. Per l’assessore ai Trasporti Barbara Bonino, i ricavi dalla vendita dei biglietti o degli abbonamenti per queste linee erano ormai inferiori all’8% di quanto invece si spendeva per l’esercizio. E che sostituendole con i bus si risparmierà, e i tempi di percorrenza non saranno molto superiori. “Ma non abbiamo mai avuto la possibilità di leggere dati precisi. Da anni Trenitalia non fornisce statistiche verificabili sulla frequentazione dei treni, neanche quando a chiederlo sono i sindaci”, dichiara Agostino Petruzzelli del coordinamento Pendolari del Piemonte.

Ma ovviamente quello che è successo in Piemonte potrebbe succedere altrove, altre Regioni potrebbero seguire l’esempio e per far quadrare i conti tagliare qualche linea. Ecco un elenco delle tratte a rischio segnalate dall’analisi sul pendolarismo della Federazione Italiana Verdi:

Aosta – Ivrea – Torino

Mortara-Milano

Cuneo-Torino

Acqui Terme – Ovada – Genova

Calalzo-Padova

Figline Val D’Arno – Firenze

Rimini -Bologna

San Benedeto del Tronto – Ancona

Spoleto – Roma

Nettuno – Roma (Tra le più frequentate)

Battipaglia – Napoli

Foggia -Trani – Bari

Melito Porto Salvo – Reggio Calabria

Agrigento – Palermo

Altre tratte a rischio sono:

Aosta-PréSaindDidier

5 tratte della linea Benevento – Caserta – Cassino – Roma