Si rifiutò di celebrare udienze nelle aule con il crocifisso: il giudice Tosti non sarà riassunto

Pubblicato il 8 Febbraio 2011 - 21:18 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Luigi Tosti, l’ex giudice del Tribunale di Camerino rimosso dalla magistratura per il rifiuto di celebrare udienze nelle aule con il crocifisso, non può essere riammesso in servizio e deve essere confermata la sentenza di ‘espulsione’ inflittagli dal Consiglio superiore della magistratura il 22 gennaio del 2010. E’ questo il parere della Procura generale della Cassazione espresso dal sostituto procuratore generale Pasquale Ciccolo, che ha chiesto di respingere il ricorso di Tosti contro il ‘licenziamento’.

Entro un mese sarà nota la decisione definitiva delle Sezioni Unite che, però, sono tenute a seguire il percorso motivazionale del Csm che estromise Tosti non per la sua battaglia laica al crocefisso ma perché aveva rallentato il servizio della giustizia ai danni dei cittadini.

La decisione disciplinare del Csm – come spiegò l’allora vicepresidente Nicola Mancino – “non doveva risolvere, e in effetti non ha risolto, la questione della legittimità o meno di tenere il crocifisso in aula: con l’intenzione di risolvere una questione di principio, Tosti s’era rifiutato di tenere udienza anche dopo che il Presidente del Tribunale gli aveva messo a disposizione un’aula senza il crocifisso, con ciò venendo meno all’obbligo deontologico e ai doveri assunti in qualità di magistrato che gli impongono di prestare servizio”.

Tuttavia se le Sezioni Unite confermeranno il verdetto del Csm – cosa assai probabile perché il margine di contestazione delle sentenze disciplinari è molto stretto – per Tosti rimane aperta un’altra strada. Quella del ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che potrebbe essere l’indirizzo giusto al quale chiedere l’affermazione di un principio di diritto sul tema sensibile della libertà di pensiero

“Sono pronto a ricorrere a Strasburgo – ha infatti annunciato l’agguerrito ex giudice – se non avrò giustizia dalla Cassazione”. “Non si può imporre a nessuno di subire una manifestazione di fede come quella dell’ostensione del crocefisso. Sono stato assunto in servizio in un tribunale laico e non ecclesiastico. La mia battaglia di libertà e laicità – ha concluso Tosti, presente all’udienza svoltasi nell’Aula magna della Suprema Corte – proseguirà nelle sedi opportune qualora il mio ricorso non dovesse essere accolto dalle Sezioni Unite”.

Prima di essere ‘radiato’, Tosti era stato sospeso dalle funzioni e dallo stipendio nel 2006, dopo che si era astenuto dal trattare 15 udienze, tra il maggio e il luglio del 2005. In sede penale, era stato assolto in via definitiva dall’accusa di omissione di atti d’ufficio: la stessa Cassazione, nel febbraio 2009, annullò senza rinvio “perché il fatto non sussiste” la condanna a sette mesi di reclusione e a un anno di interdizione dai pubblici uffici che la Corte d’Appello dell’Aquila gli aveva inflitto. Per la Suprema Corte in quell’occasione Tosti, che era stato subito sostituito da altri giudici, non aveva impedito il regolare svolgersi del servizio giustizia.

[gmap]