Uranio impoverito, Accame denuncia: "Contaminati 3761 militari in servizio"

Pubblicato il 28 Marzo 2012 - 15:41 OLTRE 6 MESI FA

BARI – ''Finalmente al Parlamento verra' sottoposta la drammatica vicenda dei 3761 casi di contaminazione per uranio impoverito e altri agenti patogeni che si sono verificati nel personale della Difesa come ha recentissimamente riferito il col.Roberto Biselli in audizione presso la Commissione Uranio Impoverito del Senato''. Lo sottolinea il presidente dell'Associazione nazionale assistenza vittime nelle Forze armate (Anavafaf), Falco Accame, aggiungendo che ''il dato di 3761 e' peraltro un dato molto inferiore alla realta' perche' si riferisce solo a casi di militari in servizio, mentre esclude tutto il personale militare in congedo che ha lasciato il servizio ed esclude totalmente i civili''.

''I 44 casi di cui si discuteva all'epoca della Commissione Mandelli – dice Accame – sono ormai diventati oltre 3000 anche per i gravi errori di valutazione finora compiuti. Il fenomeno e' di eccezionale gravita' e i risultati dell'inchiesta del procuratore di Lanusei, dott.Domenico Fiordalisi, hanno confermato la grande pericolosita' che e' esistita, anche nei poligoni di tiro, per via dell'impiego negli anni '70-'90 dei missili Milan. Il torio, emanato da questi missili, e' stato ritrovato nel corpo di 12 pastori''.

''Inoltre – aggiunge Accame – prende come epoca di partenza il 1991, mentre vi sono state missioni all'estero precedenti e nei poligoni il personale ha operato 'da sempre' senza protezione, anzi a mani nude. In tutti questi anni nei poligoni sono state inviati per addestramento migliaia di militari appartenenti ai reparti, cio' ovviamente in aggiunta al personale a 'destinazione fissa' assegnato ai poligoni (vi e' chi vi ha prestato servizio anche per 40 anni!)''.

''Gravissimo – rileva Accame – il problema dei risarcimenti alle vittime e ai familiari delle vittime per i quali sono stati assegnati solo indennizzi molto parziali. Anche in relazione a una mozione presentata recentemente presso la Commissione Difesa della Camera, il problema troppo a lungo taciuto deve essere finalmente preso in seria considerazione. E tra il personale militare deceduto al servizio del Paese non deve esistere una divisione tra personale 'da mostrare' e personale 'da nascondere'''.