Uccise Francesco Pennacchi a coltellate: chiesti 30 anni di carcere per Lorenc Prifti

di redazione Blitz
Pubblicato il 28 Novembre 2015 - 00:28| Aggiornato il 10 Novembre 2016 OLTRE 6 MESI FA
Velletri, Francesco Pennacchi fa festa: vicino lo accoltella

La vittima, Francesco Maria Pennacchi

ROMA – Francesco Maria Pennacchi, commercialista di 32 anni, ucciso a coltellate, il 26 novembre 2015 davanti alla porta del suo studio a Velletri (Roma) da un fornaio albanese,Lorenc Prifti, di 44 anni.

Per il suo assassino, reo confesso, il pm ha chiesto la condanna a 30 anni di carcere. La sentenza è prevista per il  12 dicembre. Una nuova udienza è fissata al giorno 11 novembre.

In base alle prime notizie,Lorenc Prifti avrebbe affrontato Francesco Maria Pennacchi sul pianerottolo su cui si affacciavano la porta della sua abitazione e dello studio perché non sopportava i rumori provenienti dell’appartamento adibito ad ufficio. Allora ha deciso di risolvere il problema affrontando il vicino, accoltellandolo.

Roberto Maria Pennacchi, fratello di Francesco Maria Pennacchi, ha scritto una lettera in cui fornisce una versione più grave. Pennacchi è stato

“barbaramente ucciso da un cittadino albanese il 27 novembre u.s. senza nessun motivo, all’uscita del suo ufficio”.

Nessuna “festa – party”, scrive il fratello di Pennacchi:

“Tale argomentazione è priva di ogni fondamento in quanto mio fratello Francesco Maria, si era recato in ufficio alle ore 23.00 a prendere il suo personal computer e a mandare delle mail.

“L’assassino, come sue spontanee dichiarazioni rilasciate alla Polizia Giudiziaria e al Pubblico Ministero competente all’indagine, è rientrato alle 23.40 circa, ha atteso guardando dallo spioncino che mio fratello chiudesse la porta, è uscito di casa con un coltello di 35 cm nascosto nei pantaloni, ha aggredito Francesco Maria senza che lui potesse minimamente percepire un gesto del genere, e lo ha inflitto senza nessun motivo”.

Segue la richiesta

“di sottolineare che è stato un omicidio sul lavoro, e di voler provvedere ai sensi dell’art. 8 della L. 47/1948 alla rettifica di quanto riportato nel citato articolo nella collocazione prevista dalla legge e con risalto analogo a quello riservato al brano giornalistico la cui rettifica si riferisce, comunicandovi che in difetto, verranno intraprese le iniziative volte a tutelare l’immagine e la reputazione personale e professionale di un giovane brillante Dottore Commercialista, professionista stimato ed amato da tutti, ucciso senza nessun motivo”.

Questa è la versione del fratello della vittima. Forse qualcosa di più si saprà con la sentenza. Nelle cronache di quelle ore era emerso che ha scatenare la furia omicida di Prifti potrebbero essere stati i rumori provenienti dallo studio del commercialista, a quella insolita ora, che si trovava in compagnia di due amici.

Forse la voce troppo alta, qualche risata chiassosa o della musica hanno infastidito Lorenc Prifti, che di mestiere faceva il panettiere e dunque era obbligato a svegliarsi presto e che attorno alla mezzanotte ha bussato alla porta del commercialista e in maniera decisa ha chiesto silenzio. Ne è nata una discussione, l’antica antipatia si è riaccesa e a quel punto il fornaio ha tirato fuori il coltello, l’italiano ha tentato una fuga e si è rifugiato in ascensore ma lì è stato raggiunto e accoltellato.

L’aggressore poi si è dato alla fuga mentre gli amici del commercialista hanno subito dato l’allarme. Quando polizia e carabinieri sono giunti sul posto hanno trovato il commercialista riverso sul pavimento dell’ascensore in una pozza di sangue, già privo di sensi. Gli amici, due uomini di 35 e 26 anni, erano accanto a lui terrorizzati. Inutile la corsa in ospedale: Francesco è morto poco dopo.

Intanto gli agenti si sono messi sulle tracce dell’aggressore che è stato trovato a circa 500 metri dal luogo della tragedia. In un tombino è stata anche ritrovata l’arma del delitto, un coltello da cucina con una lama di circa 20 centimetri. L’albanese, dopo un lungo interrogatorio ha confessato ed è stato arrestato. E’ accusato di omicidio volontario.