Vicenza, alunno disabile picchiato dai prof con righello e forbici

Pubblicato il 9 Aprile 2013 - 18:39 OLTRE 6 MESI FA

VICENZA – Picchiato con una bacchetta di legno, un righello, un paio di forbici. Secondo gli inquirenti sono alcune delle violenze subite da un ragazzo disabile di 14 anni. Per questi maltrattamenti sono state arrestate due donne della provincia di Vicenza. 

I metodi usati dalla insegnate di sostegno e dalla sua assistente con il ragazzo sono stati registrati dalle telecamere dei carabinieri. Ore di filmati in cui si vedono immagini definite dagli stessi investigatori “insopportabili”.

Nella scuola media frequentata dal disabile da alcune settimane erano state piazzate telecamere e microfoni, posizionati anche sul corpo del ragazzo, con il benestare della famiglia. L’adolescente non è in grado di raccontare quello che subiva, ma ne porta i segni. Proprio quei segni avevano preoccupato i genitori, che avevano prima portato in ospedale il figlio e poi avevano ne avevano chiesto conto alle insegnanti, ricevendo risposte sdegnate e indignate.

A marzo i genitori si sono rivolti ai carabinieri. Il pubblico ministero ha disposto le intercettazioni che hanno portato all’arresto delle due donne.

Scrive l’agenzia Ansa che le immagini registrate mostrerebbero violenze ripetute, 10 o 15 episodi ogni giorno, tanto che gli stessi militari hanno dovuto farsi forza per non intervenire subito ad interrompere quelle che hanno definito scene insopportabili.

L’8 aprile l’ultimo episodio. Una bidella si è avvicinata alla vittima e, come facevano le due insegnanti, lo ha picchiato senza motivo: è stata a sua volta denunciata.

”La mia assistita è molto provata, ha detto l’avvocato dell’insegnate di sostegno. Si rende conto di aver travalicato, ma dice di essere stata esasperata da quel ragazzo. Un caso limite, che evidentemente l’ha travolta. La stessa insegnante segue anche altri giovani ma non risulta vi siano mai stati maltrattamenti. Aspettiamo l’interrogatorio di convalida, fissato per giovedì prossimo”. L’avvocato dice di aver consigliato alla donna di ”parlare, spiegare e confessare tutto”.