Afghanistan: ucciso il soldato italiano David Tobini. La Lega torna a criticare le missioni “ma votiamo sì”

Pubblicato il 25 Luglio 2011 - 08:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Ancora una vittima italiana in Afghanistan. Il Caporal maggiora David Tobini, il 41esimo soldato italiano morto dall’inizio della missione, è rimasto ucciso in un attacco a nord-ovest di Bala Murghab, nella parte occidentale del Paese. Altri due militari, paracadutisti come la vittima, sono rimasti feriti: uno è in gravi condizioni, mentre l’altro non sarebbe in pericolo di vita. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha espresso “profonda commozione” per la morte del parà e attraverso un comunicato del Quirinale ha voluto farsi “interprete del profondo cordoglio del Paese, sentimenti di solidale partecipazione al dolore dei famigliari”.

“Durante un’operazione congiunta tra militari italiani e forze afgane nella zona a nord ovest della valle di Bala Murghab – riferisce lo Stato Maggiore della Difesa – l’unità nella quale erano presenti anche i militari italiani è stata attaccata. Durante lo scontro a fuoco è rimasto ucciso un militare italiano, mentre altri due risultano feriti”, è stato precisato in una nota. “Uno è grave mentre il secondo non è in pericolo di vita”.

L’attacco ai militari italiani è avvenuto durante una fase di ripiegamento al termine di un’attività di controllo e ricerche nella valle del Murghab. Proprio nella fase finale dell’operazione il dispositivo italiano e afghano è stato preso di mira dagli insorti, che hanno ucciso il militare e ferito altri due soldati italiani. Non è noto al momento se vi siano stati dei feriti anche tra i soldati afghani che svolgevano l’attività insieme agli italiani.

Ma sulla morte del soldato italiano si innesta nuovamente la critica della Lega Nord per le missioni italiane all’estero: “Ma tutto ciò serve? O muoiono invano?”, chiede Stefano Stefani, presidente della Commissione esteri della Camera. “C’è da chiedersi se, data per scontata l’agenda di disimpegno dell’Italia dal pantano afgano, si può ancora proseguire in una strategia che lascia i nostri ragazzi troppo esposti e, di converso, poco tutelati contro un nemico che non ha regole”, dice Stefani.

Parole che suonano come un campanello d’allarme in vista del ddl sul rifinanziamento delle missioni che arriva domani al Senato. “Mi auguro che proprio per rispettare questi ragazzi non si riaprano le polemiche sul rifinanziamento delle missioni militari all’estero”, auspica il sottosegretario alla Difesa Crosetto, esponente del Pdl. “Sarebbero una mancanza di rispetto” perché – sostiene – “i momenti per riaprire le discussioni non sono quelli del lutto, che deve essere rispettato”.

A tal riguardo, il ministro del Carroccio Roberto Calderoli ha confermato le sue perplessità sulla missione italiana in Afghanistan, ma ha anche annunciato che appoggerà il decreto di rifinanziamento delle missioni. “Sul tema come Lega Nord – ha detto in una nota – abbiamo ottenuto il rientro di almeno 2070 nostri militari già entro la fine di quest’anno, una riduzione degli stanziamenti per le missioni internazionali e la definizione della durata della missione in Libia”.

Non usa mezzi termini e chiede il ritiro delle truppe il leader idv Antonio Di Pietro. “È ora di dire basta a una guerra che non ci appartiene e che sta producendo un dispendio inutile di vite e risorse economiche”, ha detto l’ex pm. A Di Pietro ha replicato a stretto giro La Russa. “Non è il momento dei lutti quello per discutere sulle ragioni della nostra presenza in Afghanistan”, ha voluto precisare. “Il decreto sul rifinanziamento delle missioni – ha aggiunto – è l’occasione per affrontare tutti i temi possibili”.