Antifascista ucciso in Russia: ora i neo-nazisti fanno paura

Pubblicato il 17 Novembre 2009 - 20:55 OLTRE 6 MESI FA

Ivan Khutorskoi, il militante antifascista ucciso in Russia

L’uccisione di un giovane militante antifascista avvenuta la sera del 16 novembre a Mosca, ha fatto riaffiorare le preoccupazioni per la crescente presenza in Russia dell’estremismo nazionalista e neonazista.

Ivan Khutorskoi, 26 anni, conosciuto come Vania Kostolom, è stato ucciso con due colpi d’arma da fuoco alla nuca, all’ingresso dello stabile dove abitava, nella parte orientale di Mosca. L’omicidio, secondo gli inquirenti, sarebbe avvenuto intorno alle 21 locali (19 italiane). Accanto al corpo sono stati trovati un piccolo coltello e un pugno di ferro.

«Non è escluso che gli aggressori possano essere stati diversi», ha detto una fonte della polizia. Al momento le ricerche degli assassini riguardano varie organizzazioni dell’estremismo di destra e degli ambienti ultranazionalisti.

Le indagini, per il momento, sono orientate sull’attività politica del giovane che già in passato era stato più volte vittima di aggressioni e provocazioni. «Per la maggioranza degi amici di Ivan è evidente che l’omicidio è stato opera di neonazisti russi», ha scritto  sul proprio sito internet il movimento di sinistra Ikd (Istituto di azione collettiva), del quale Khutorskoi era un simpatizzante attivo.

Sul sito è stata messa anche una foto del giovane ucciso, un ragazzo muscoloso con capelli rasati e T-shirt nera. Lo stesso movimento Ikd ha notato come su alcuni siti degli ambienti nenazisti e skinhead appaiano regolarmente i nomi e gli indirizzi di attivisti antifascisti, con appelli alla loro eliminazione. Sembra che Ivan Khutorskoi fosse un militante combattivo, incaricato di una vera e propria ‘guerra’ di strada contro gli ultranazionalisti e i neonazisti.

Negli ultimi tempi aveva garantito la sicurezza e il servizio d’ordine durante concerti e manifestazioni antifasciste. Secondo Ikd, negli ultimi tempi solo a Mosca i neonazisti hanno ucciso sei militanti di sinistra e esponenti antifasisti, compresi l’avvocato Pavel Markelov e la giornalista Anastasia Baburova, assassinati nel centro della capitale russa lo scorso gennaio. Markelov era noto per la sua attività in difesa di antifascisti e vittime del’estremismo di destra.

Per questo duplice assassinio sono state arrestate due persone, una delle quali, Nikita Tikhonov, membro di una organizzazione neonazista, ha ammesso le sue responsabilità. In tutta la Russia, e in particolare a Mosca, si è registrata negli ultimi tempi una preoccupante escalation di aggressioni e violenze anche a sfondo razzista e xenofobo, ai danni delle migliaia di immigrati asiatici e caucasici: tagiki, uzbeki, azeri, armeni, georgiani, ceceni, accusati di togliere lavoro ai russi e di alimentare la corruzione e la criminalità.