Caso Forti, appello per salvare l’imprenditore condannato all’ergastolo in Usa

Pubblicato il 19 Novembre 2012 - 15:12 OLTRE 6 MESI FA
“Un euro per Chico Forti”, raccolta fondi per chiedere la revisione del processo che lo condannò all’ergastolo

MIAMI – “Un euro per Chico Forti libero“, è il titolo dell’iniziativa lanciata a Milano per chiedere la revisione del processo per Chico Forti, imprenditore trentino condannato all’ergastolo in Florida (Usa) per l’omicidio del cittadino australiano Dale Pike, avvenuto nel febbraio 1998 a Miami. Una richiesta voluta dagli amici d’infanzia e dai familiari di Chico e appoggiata da decine di migliaia di italiani – tra i quali Jovanotti, Red Ronny e Fiorello – attraverso i social network. E con il benestare del ministro degli Esteri, Giulio Terzi.

Il progetto è finalizzato alla raccolta pubblica di fondi per il pagamento della nuova azione legale negli Usa: circa 300 mila dollari, quantifica l’avvocato Roberta Bruzzone. L’iniziativa ricalca quella degli anni ’90 ‘”50lire per la verità”, voluta da Roberto Superchi, padre di una bambina morta nel disastro di Ustica, per la la raccolta di fondi volta a conoscere la verità di quella tragedia.

Gli amici di Chico hanno assicurato che i fondi residui saranno messi a disposizione dei famigliari degli altri italiani reclusi all’estero. Per le donazioni è stato attivato un conto corrente con IBAN IT 77Z0326801800052141263560. Informazioni sul sito www.chicoforti.com.

Coordinato dal giornalista Giovanni Terzi, l’incontro ha proposto gli interventi della parlamentare Emma Bonino, della criminologa Roberta Bruzzone (che ha prodotto un dossier incentrato sui fatti di 14 anni fa), dello zio Gianni Forti, di Lorenzo Moggio, presidente del Comitato ‘Una chance per Chico’ e di Karmen Morra, del gruppo ‘Le Leonesse’, che sta animando Facebook.

Senza mezzi termini Roberta Bruzzone ha contestato l’esito del processo di primo grado. ”E’ frutto di una indagine lacunosa e artefatta – ha detto – Gli argomenti proposti in requisitoria erano menzogna. Chico non ha avuto difesa, i suoi legali sono stati incapaci di contestare errori grossolani e fuorvianti. Chico Forti è oggi un uomo di 50 anni a cui è stato tolto tutto: libertà, carriera e famiglia. E’ innocente e da undici anni da scontando ingiustamente una pena terribile. Per questo abbiamo bisogno di tutti gli italiani – ha concluso Roberta Bruzzone -. Al posto di Chico potremo trovarci tutti noi”.

In sala è stata riproposta la vicenda di Amanda Knox, la cittadina Usa assolta in appello. ”Un iter – ha detto Lorenzo Moggio – sinora negato a Chico Forti”.

Nel messaggio inviato, il ministro Giulio Terzi ricorda che ”il caso di Chico Forti sta a cuore a me e a tutta la Farnesina. L’ambasciata di Washington e il Consolato generale di Miami stanno assistendo da vicino la famiglia Forti, aggiunge. Sulla vicenda Forti i social media hanno contributo ad attirare l’attenzione non solo del grande pubblico ma anche la mia. La mobilitazione della comunità digitale dimostra l’affetto e il sostegno di moltissimi italiani per Chico. A loro va il mio ringraziamento per le parole di sostegno e anche per quelle critiche costruttive che ci spingono a impegnarci ancora di più”.