Cile, scontri alle proteste contro i rincari: 3 morti. Coprifuoco come sotto Pinochet

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Ottobre 2019 - 08:34 OLTRE 6 MESI FA
Cile, scontri alle proteste contro i rincari: 3 morti. Stato di emergenza e coprifuoco, come ai tempi di Pinochet

(Foto Ansa)

SANTIAGO DEL CILE – Tre persone sono morte negli scontri in Cile durante le manifestazioni contro l’aumento del prezzo dei biglietti della metropolitana, goccia che ha fatto traboccare il vaso di uno scontento dovuto al progressivo aumento del costo della vita. Dichiarato lo stato di emergenza. E l’esercito proclama il coprifuoco, che non si vedeva dai tempi di Augusto Pinochet. 

I tre decessi sarebbero avvenuti in un incendio divampato in un supermercato saccheggiato nel comune di San Bernardo. I vigili del fuoco hanno trovato due corpi carbonizzati mentre una terza persona è morta in ospedale.

In diverse città del Paese, supermercati e negozi sono stati saccheggiati, in un clima di caos per le manifestazioni iniziate a Santiago, tanto che è stato proclamato lo stato di emergenza. 

Nella serata di sabato il presidente, Sebastian Pinera, ha annunciato la sospensione dell’aumento del prezzo dei biglietti della metropolitana, ultimo di una serie di rincari che aveva fatto esplodere il malcontento popolare in proteste di piazza e violenze. “Ho ascoltato con umiltà la voce della gente – ha detto Pinera – e non avrò paura di continuare a farlo, perché così si costruiscono le democrazie. Ho deciso di sospendere l’aumento del metro, ciò che richiederà la rapida approvazione di una legge, finché concorderemo un sistema per proteggere meglio i nostri compatrioti”. 

Il discorso di Pinera è stato pronunciato con le proteste ancora in atto nonostante lo stato di emergenza e i soldati e i carri armati dispiegati per le vie della capitale. “Tutti hanno diritto di manifestare pacificamente e solidarizzo con le ragioni che hanno per farlo – ha aggiunto Pinera – . Ma nessuno può minacciare la sicurezza di nessun compatriota. Solo uniti potremo salvare e conservare la nostra democrazia”.

Le proteste, inizialmente pacifiche, sono sfociate negli ultimi giorni in violenze e vandalismi, soprattutto ai danni delle stazioni della metropolitana dove alcuni studenti e altri cittadini hanno danneggiato tornelli e altre strutture, tanto da costringere le autorità a chiudere l’infrastruttura, con gravi disagi per la popolazione. Si prevede che lunedì venga riaperta.

Proteste si sono registrate anche in altre città del Cile: Concepción, Rancagua, Punta Arenas, Valparaíso, Iquique, Antofagasta, Quillota e Talca, secondo i giornali locali. Con i recenti aumenti, Pinera ha perso buona parte della sua popolarità e aspre critiche hanno suscitato alcune immagini diffuse in rete che lo ritraggono in un ristorante a celebrare il compleanno di un familiare venerdì sera, mentre montava la rivolta nelle strade.

Il generale Javier Iturriaga del Campo, incaricato della sicurezza a Santiago del Cile durante lo stato di emergenza, ha detto che nella capitale cilena e nei dintorni sarà in vigore un coprifuoco dalle 22 alle 7 del mattino. L’esercito aiuterà la polizia a pattugliare le strade durante l’emergenza dichiarata per 15 giorni, durante i quali le autorità potranno limitare la libertà di movimento e di riunione.

Migliaia di manifestanti hanno assaltato nei giorni scorsi le stazioni della metropolitana: Iturriaga ha parlato di 41 stazioni vandalizzate su 136, ma poi il presidente Sebastian Pinera ne ha contate oltre 78. La polizia ha riferito di 156 agenti e 11 civili feriti, e oltre 300 persone arrestate. Eventi culturali e sportivi sono stati cancellati e i negozi ieri sono rimasti chiusi, come pure l’intera rete di trasporto sotterraneo. Centinaia di soldati stanno presidiando le strade di Santiago, per la prima volta dal 1990, quando il Cile tornò alla democrazia dopo la dittatura di Augusto Pinochet. (Fonti: Ansa, Bbc)