Fentanyl: un kg costa 10.500 dollari, lavorato e venduto frutta 20 milioni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Settembre 2019 - 10:55 OLTRE 6 MESI FA
Fentanyl: produrne un kg costa 10500 dollari. Su piazza vale 20 milioni

Una boccetta di Fentanyl per uso terapeutico antidolorifico

ROMA – Negli Usa ne muoiono di più di Fentanyl che di eroina, ormai è un dato assodato: ma il peggio, anche in Italia, sta per arrivare, perché cosche e mafie, soprattutto legate alle ‘ndrine calabresi, hanno fiutato il grande business potenziale di una droga che non si coltiva, ma si fabbrica in laboratorio. Quindi senza apprensioni riguardo ai raccolti né soprattutto rispetto alla situazione geopolitica del momento, come succede per esempio in Afghanistan con l’oppio o in Colombia con la coca.

Un kg costa 10500 dollari, basta per un milione di pasticche a 20 $ l’una

Soprattutto, sul mercato nero, i profitti sono esponenziali. Produrre un kg. di Fentanyl costa 10.500 dollari, un semplice laboratorio chimico e un manuale fai date scaricabile su internet, sono sufficiente. Lavorato e venduto, alla fine della ciclo produttivo, quel kg di polvere si trasforma in un milione di pillole: spacciate al dettaglio a 20 dollari l’una, si arriva a 20 milioni di dollari.

Il boom di morti in Usa

Finora, specialmente sul mercato legale negli Usa, gli antidolorifici contenenti questo oppioide sintetico hanno provocato nel mondo, in 20 anni, 400mila morti per overdose e ridotto alla dipendenza due milioni di individui. L’ultima vittima che ha fatto scalpore anche in Italia è quella dello chef Andrea Zamperoni, morto a New York perché narcotizzato, per essere derubato, proprio con una dose di Fentanyl rivelatasi fatale. 

L’eroina sintetica di cui parliamo è 100 volte più potente di quella derivata dall’oppio. Dal 2017 la ‘ndrina della famiglia Violi di Gioia Tauro è entrata nel commercio illegale di Fentanyil su larga scala, a cominciare dal Canada.

Gli operatori sul campo a Roma: “Finora zero vittime, ma siamo pronti”

“Vista l’emergenza Fentanyl, che negli Stati Uniti ha fatto impennare i morti per overdose, ultimo caso lo chef italiano Zamperoni, a Villa Maraini ci siamo organizzati prima degli altri, e da gennaio scorso attraverso l’Unità di Strada che opera a Roma (Tor Bella Monaca e Stazione Termini), dopo ogni intervento in overdose, effettuiamo un test per verificare se il paziente si è iniettato l’eroina sintetica, riscontrando fino ad oggi zero casi, ma il monitoraggio proseguirà perché ci aspettiamo che arrivi anche qui”. Lo sottolinea Massimo Barra, fondatore di Villa Maraini, Agenzia Nazionale di Croce Rossa Italiana per le tossicodipendenze, in vista della Giornata Mondiale sull’Overdose di sabato 31 Agosto. (fonti la Stampa, Ansa)