Gattinara, paese in lutto. Chiede la verità sul blitz in Nigeria

Pubblicato il 9 Marzo 2012 - 20:17 OLTRE 6 MESI FA

GATTINARA (VERCELLI) – ''Il mal d'Africa esiste e Franco ne soffriva come tanti di noi''. Riccardo Mascarana, 45 anni, di Franco Lamolinara era un grande amico, uno dei tanti qui a Gattinara (Vercelli), e sa bene di cosa parla, visto che lui in Nigeria ci e' cresciuto.

Oggi il paese all'imbocco della val Sesia dove vive la famiglia di Lamolinara continua a stringersi attorno ad Anna, la vedova, e ai figli Nicole e Mattia, straziati nel loro muto dolore, ma nello stesso tempo si interroga.

''Ora – dice il sindaco – Daniele Baglione – vogliamo capire''. ''La famiglia – dice il Governatore del Piemonte, Roberto Cota – deve avere una spiegazione chiara rispetto a quello che e' successo. Si deve sapere chi ha sbagliato e perche''', aggiunge Cota che garantisce che le istituzioni saranno vicine alla famiglia.

Sono molti gli abitanti di questo lembo di Piemonte (Gattinara ma soprattutto Roasio e Rozzolo) che nell'ultimo mezzo secolo sono emigrati in Nigeria e hanno fatto fortuna come dirigenti, tecnici e imprenditori.

Ci si chiede perche' una terra non facile, ma generosa, abbia dato la morte a un uomo cosi' amato come Franco, e ci si chiede se era necessario il blitz che doveva liberare l'ingegnere e che invece lo ha ucciso.

Il parroco, don Renzo, dice che ''la comunita' segue con tristezza questo dramma e – aggiunge – le beghe diplomatiche non c'interessano''. Ma Riccardo Mascarana ammette che ''la rabbia c'e'. Speriamo – aggiunge – che la verita' venga fuori''.

''Per quel poco che possiamo – dice il sindaco – ci stiamo muovendo per capire. La famiglia e' sempre stata in contatto con la Farnesina. Le trattative erano avviate e la speranza che Franco tornasse era forte. Fino a ieri''.

Intanto, davanti alla palazzina dove abitano i Lamolinara, meta di amici, conoscenti e autorita', spunta un signore con una primula (''La porto ad Anna'') e un foglio: ''Vengano – si legge – il signor Cameron e la regina a Gattinara per rendere pubbliche condoglianze''.

''L'Africa – spiega Diana Ceresa – ti entra dentro. Offre lavoro e opportunita'. Oggi mio marito e' in Costa d'Avorio e non posso negare che sono un po' preoccupata. Tanti anni fa ero in Nigeria quando Franco ci venne con Anna. Erano sposati da poco. Facemmo subito gruppo''.

A Franco Lamolinara ''l'Africa piaceva da impazzire e ci andava per scelta'', sottolinea Riccardo. Partito di nuovo ai primi del 2011, a maggio, pochi giorni prima di essere rapito, aveva telefonato a casa annunciando agli amici e ai familiari che sarebbe rientrato in licenza. Poi il vuoto, le rassicurazioni della Farnesina, la fiaccolata di solidarieta' in cui la famiglia chiese il silenzio stampa, i due video diffusi dai sequestratori, l'angosciosa ma composta attesa di Anna e dei figli.

Il giorno dei funerali sara' giorno di lutto cittadino per questo ingegnere che, nonostante il tempo che passava in Africa, a Gattinara era legatissimo. ''Due anni fa – dice Marcello Mantovani, 32 anni – organizzammo una festa di Natale all'Accademia dello Sport, dove lavora Anna e dove Mattia fa l'animatore. Franco si offri' di impersonare Babbo Natale. E lo ricordo, in costume, distribuire le caramelle ai bambini che lo circondavano. Un ricordo bellissimo''.