Libia: si schianta un aereo in aeroporto, 103 morti. Nessun italiano tra le vittime

Pubblicato il 12 Maggio 2010 - 09:03 OLTRE 6 MESI FA

Non c’è nessuna vittima italiana tra i 103 morti causati dal disastro aereo di Tripoli. La conferma ufficiale arriva dalle autorità libiche. Solo un bambino olandese di otto anni invece sarebbe l’unico sopravvissuto all’incidente aereo di questa mattina vicino all’aeroporto internazionale di Tripoli. Tutti morti durante lo schianto gli altri passeggeri. Le vittime sarebbero dunque 103.

A bordo del velivolo si trovavano 104 persone: 93 passeggeri e 11 componenti dell’equipaggio. “L’aereo è esploso all’atterraggio e si è completamente disintegrato”, ha riferito un responsabile dei servizi di sicurezza dello scalo di Tripoli. La fonte ha precisato che sull’aereo viaggiavano 22 libici, fra passeggeri e membri dell’equipaggio, mentre gli altri erano di diverse nazionalità. Sessantadue gli olandesi a bordo-con solo un superstite-, poi britannici e sudafricani.

L’aereo di linea libico, un Airbus A330-200 della compagnia Afriqiyah Airways, era partito da Johannesburg (Sudafrica) martedì 11 maggio e doveva fare scalo a Tripoli per poi volare verso il Regno Unito, all’aereoporto di Heathrow.

La sciagura è avvenuta alle 6 del mattino nella fase di atterraggio dell’aeromobile, secondo quanto riferito da un responsabile dei servizi di sicurezza dello scalo di Tripoli.  Il velivolo avrebbe mancato la pista di appena un metro. L’aeroporto internazionale si trova a 34 chilometri dalla capitale libica.

Le cause del disastro non sono ancora note. Un giornalista libico, Ali Mustafa Abdel-Latif, ha detto alla televisione satellitare Al Arabiya che non sembra collegato alla presenza delle ceneri vulcaniche islandesi nel vicino Marocco. Si parla piuttosto di un errore del pilota, secondo il cronista. Secondo quanto riferito dall’agenzia libica Jana è stata già recuperata la scatola nera.

L’airbus era stato acquistato dalla compagnia libica Afriqiyah nel settembre 2009 ed era stato sottoposto a manutenzione ordinaria l’ultima volta lo scorso 5 marzo. Lo ha riferito Saleh Ali Saleh, il responsabile legale di Afriqyiah Airways. In quella occasione la manutenzione è stata effettuata da un team di tecnici della Lufthansa e non erano emersi problemi di alcun tipo.

L’Unità di Crisi della Farnesina e l’ambasciata italiana a Tripoli si sono attivate con le autorità libiche per i controlli sulla lista dei passeggeri, per escludere la presenza di connazionali a bordo. Lo riferiscono fonti del Ministero degli Esteri.

Il ministro libico dei Trasporti, Mohammed Zidani, ha escluso l’ipotesi terroristica. E ha confermato che il piccolo olandese sopravvissuto alla schianto è stato portato in ospedale ed è in buona salute. “Fra i passeggeri c’erano cittadini di nazionalità libica, africana ed europea”. Zidani ha aggiunto che finora sono stati recuperati 96 corpi fra i rottami dell’airbus A330.

Per i familiari delle vittime  sono stati attivati due numeri telefonici. I numeri sono 00218 21 3341181 – 00218 21 444734.

Gli olandesi a bordo erano 62, ma solo un bambino è sopravvissuto. Ma non sono state fornite altre informazioni né sull’età né sullo stato di salute del piccolo che, stando ad altre fonti, ha 9 anni ed è stato ricoverato d’urgenza in ospedale, pur non essendo in pericolo di vita. I turisti olandesi  avevano prenotato un viaggio con due tour operator che hanno diffuso le liste di 26 più 38 passeggeri. Nella lista delle agenzie di viaggio, c’erano anche due bambini tra cui uno di 9 anni, che è sopravvissuto. Ricoverato all’ospedale, è in buone condizioni di salute.

Provenivano dal Sudafrica e dovevano atterrare a Tripoli per poi prendere un aereo per Bruxelles e Duesseldorf.

I PRECEDENTI Unica superstite alla sciagura del 30 giugno 2009, quando un A310 della Yemenia si inabissò nell’Oceano Indiano al largo delle isole Comore, fu una bambina di 10 anni. Nell’incidente persero la vita 152 persone, tranne appunto Bahia Bakari, di 12 anni. La bambina passò otto ore nell’acqua aggrappata ad un pezzo dell’aereo prima di essere soccorsa. A bordo dell’A310 c’era anche la madre della giovane, morta nella tragedia. Bahia invece riportò semplicemente delle ustioni al viso e al corpo e una spalla contusa.