Israele: l’Onu chiede un’inchiesta internazionale per i morti della flottiglia

Pubblicato il 1 Giugno 2010 - 00:36 OLTRE 6 MESI FA

Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu

Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu, riunito a porte chiuse per quasi dodici ore sull’attacco di Israele contro la flottiglia filo-palestinese al largo di Gaza, ha trovato un compromesso su un testo per condannare la mossa dello stato ebraico e aprire, come chiedono i Paesi arabi, un’inchiesta internazionale.

L’ultima versione del documento, ottenuta dall’Ansa, accoglie la richiesta del fronte arabo di avere un’indagine “indipendente, credibile e trasparente”, da concludere “entro trenta giorni”.

I membri delle Nazioni Unite chiedono il rilascio degli attivisti. Nella notte infatti Israele ha arrestato 480 attivisti della flottiglia internazionale ed è in procinto di espellere altri 48. Le persone finite in manette sono raggruppate nella prigione di Ashdod, nel sud d’Israele, mentre gli altri 48 sono stati condotti all’aeroporto internazionale di Ben Gurion per essere espulsi verso i loro paesi d’origine. Altri 45 attivisti, per la maggior parte di origine turca, sono stati ricoverati in diverse strutture.

Il ministero della Difesa israeliano ha dichiarato che sarà impedito l’ingresso a Gaza a qualsiasi nuova nave di aiuti. In una dichiarazione sull’intervento israeliano nei confronti dei pacifisti diretti a Gaza, l’Onu domanda un’inchiesta “rapida, imparziale, credibile e trasparente”. Consiglio “deplora la perdita di vite umane e i feriti risultati dall’uso della forza durante l’operazione militare israeliana in acque internazionali contro la flottiglia che si stava dirigendo verso Gaza”, è scritto nel documento. “In questo contesto, l’Onu condanna gli atti sfociati nella perdita di almeno dieci vite umane e di numerosi feriti”.

La lunga notte al Palazzo di Vetro ha visto numerosi rallentamenti per qualche frizione tra la Turchia, che ha redatto la bozza della risoluzione, e gli Stati Uniti che si sono rifiutati di inserire nel testo una forte condanna di Israele. Nel corso del suo intervento, il vice ambasciatore Usa alle Nazioni Unite Alejandro Wolff ha dichiarato che gli aiuti trasportati dalla flottiglia avrebbero dovuto ricevere l’ok dai meccanismi internazionali istituiti in virtù dell’embargo israeliano a Gaza. “Questi meccanismi non provocatori dovrebbero essere quelli utilizzati per fornire aiuti a Gaza”, ha detto Wolff secondo quanto riportato dalla Cnn. “La consegna diretta via mare non è né appropriata né responsabile, ma soprattutto non efficace, vista la situazione”.